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Con Salvaterra e Conti esplode il fascino della Patagonia!

28 Luglio 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
Ermanno Salvaterra,uno dei più grandi alpinisti contemporanei, conosciuto in tutto il mondo soprattutto per le imprese compiute sul Cerro Torre, venerdì 27 luglio a Ermanno Salvaterra (zoomfotocortinaphtoni - www.ilnotiziariodicortina.com) CortinainCroda ha raccontato con l'ausilio di filmati, quella che egli stesso definisce una delle delle più belle ed affascinanti montagne del pianeta: il Cerro Torre, considerata la montagna di 3.128 metri in Patagonia una delle più difficili e fra le più inaccessibili del mondo da scalare perché, qualunque via si scelga, bisogna affrontare almeno 800 metri di parete granitica, per arrivare ad una cima perennemente ricoperta da un "fungo" di ghiaccio. In più le condizioni climatiche e meteorologiche sono quasi sempre proibitive. Il peggior nemico degli alpinisti è il vento, gelido e incessante. «Parlare del Cerro Torre», ha detto Salvaterra, «mi regala sempre molta emozione e commozione. Per me è un gradissimo amore. Un amore vero. L'amore che ti cresce dentro e che aumenta giorno per giorno. Un amore come quello che provo per la mia compagna: stiamo insieme da 27 anni e posso dire che oggi la amo anche più di ieri, un amore che cresce e mai si affievolisce». Con Salvaterra sul palco dell'Alexander Girardi Hall è salito Mario Conti, l'unico ancora in vita della spedizione del 1974 che ha portato i Ragni di Lecco in vetta al Cerro Torre. Conti ha definito il Torre come «un sogno e un incubo». «Solo una grande passione», ha detto, «ti fa superare le fatiche e le avversità che questa salita comporta».

Feliciana  Mariotti

© il Notiziario di Cortina

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