A Roma e Firenze esposte opere del Museo Mario Rimoldi
22 Ottobre 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
di Feliciana Mariotti
Il Museo Mario Rimoldi di Cortina d'Ampezzo continua la collaborazione, iniziata diversi anni fa, con gli organizzatori di musei pubblici e mostre nazionali, imprestando opere della propria collezione.
Due sono le opere attualmente in prestito: La Zolfara, 1953, di Renato Guttuso e il Soldatino francese (Soldato nello studio), 1937, di Filipppo De Pisis.
La Zolfara di Renato Guttuso è esposta, nella sala centrale del Vittoriano di Roma, all'interno di "Guttuso. 1912-2012", mostra che celebra, dal 12 ottobre 2012 al 10 febbraio 2013, il centenario della nascita dell'artista siciliano.
L'opera, realizzata nel 1953 e considerata uno dei capolavori del Maestro, raffigura vecchi e carusi chiusi nel ventre della terra e richiama la novella Rosso Malpelo di Verga e il film di Aurelio Grimaldi: "La discesa di Acià a Floristella", ambientato nella Sicilia degli anni Trenta.
Guttuso si ispirò per quest'opera di crudo realismo a "I Carusi" 1905 di Onofrio Tomasello, che lancia un grido contro lo sfruttamento minorile nelle zolfare dell'entroterra siciliano.
Con questa toccante rappresentazione del duro lavoro della povera gente, Guttuso racconta la realtà del suo tempo, le forme e gli aspetti più complessi della sua terra.
Dal 22 settembre 2012 al 27 gennaio 2013 Palazzo Strozzi, a Firenze, all'interno della mostra: Anni Trenta. Arti in Italia oltre il Fascismo ospita il Soldatino francese di Filippo De Pisis.
Si tratta di uno dei quadri più famosi del pittore ferrarese. De Pisis ritrae nella casa di rue Servandoni a Parigi (dove aveva stabilito la residenza dal 1930), un pallido giovane in divisa militare che sembra perdersi in una stanza ricca di quadri appesi.
L'artista rappresenta in tale opera tutta l'umana pietà e tenerezza verso gli umili.
La tela, proveniente dalla raccolta di Alberto Della Ragione, venne esposta al pubblico, per la prima volta, nel 1938 presso la Galleria La Zecca di Genova. Fece parte nel 1941 della Mostra delle Collezioni d'Arte Contemporanea allestita a Cortina d'Ampezzo e organizzata da Mario Rimoldi.
Il collezionista ampezzano conobbe de Pisis, durante uno dei suoi soggiorni nella Regina delle Dolomiti, grazie all'amico scrittore Giovanni Comisso.
Rimoldi rimase così affascinato dalle opere dell'artista ferrarese da divenire, in seguito, uno dei suoi maggiori collezionisti privati.
L'opera, che si trova ora a Firenze, fu esposta con una variazione nel titolo, nella personale voluta nel 1948 alla Biennale di Venezia e alla retrospettiva della Serenissima del 1956.
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