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ALLA GALLERIA MUCCIACCIA TRIPUDIO DI SEGNO, SPAZIO E FORMA

28 Febbraio 2013
Feliciana Mariotti
Archivio 2013
Si potrebbe intitolare Tripudio di segno, spazio e forma: la mostra che si può ammirare, in questo periodo, alla Galleria Mucciaccia, in piazza Fratelli Pittori Ghedina 18. Un filo sottile unisce i quattro artisti di Forma1: Antonio San filippo, presente con "Arancione", 1962, Achille Perilli con "Il Calamaio della notte", 1965, Pietro Consagra visibile con "Fondo Grigio (cinque immagini)", 1978 ca., e Piero Dorazio con Segmenti, 1979, laddove il segno diventa più profondo e il colore ha il sopravvento, valorizzando l'opera. Sanfilippo e Consagra usano spazio e segno per dare una certa profondità. L’importante per San filippo è “creare tessiture di colori dettate da un’idea di ritmo”. Minuscoli segni, attaccandosi uno all’altro, espandono ritmicamente il colore all'interno della superficie. Consagra, addirittura, viene definito come "l'artista che lascia il segno e il creatore di nuove forme astratte". Nella tela di Perilli evidente è il superamento della vecchia idea di forma e figura, nonché l'entrata nel mondo dell'astratto. Nell'opera di Dorazio l'area diventa un attraversamento ripetuto di segmenti di colore dai quali fuoriesce tutta la gamma cromatica della luce. Antonio Corpora: part. "Luci sulla parete", 1968 I quattro grandi Maestri sembrano dialogare con Antonio Corpora (presente con Luci sulla parete, 1968) e con Emilio Scanavino (La Farfalla, 1985), dove si assiste a una vera e propria esplosione cromatica. In taluni casi, però, la pittura segnica acquisisce delicatezza, come si può notare nella piccola opera senza titolo del 1916 di Max Ernst, in cui è concentrato tutto il signi ficato della sequenzialità astratta evocata dal grande genio tedesco. Piero Pizzi Cannella: "Bonjour Matisse", 1912 Il segno diventa forma, anzi abito femminile nell'opera "Bonjour Matisse", 1912, di Piero Pizzi Cannella. Il maestro della Nuova Scuola Romana o dell'Oficina San Lorenzo trova, nella veste e in tutto ciò che inserisce nel suo lavoro (come ad esempio la figura femminile nuda), un elemento di relazione con lo spazio, riscoprendo un modo, come del resto fanno tutti gli artisti presenti in galleria, di relazionarsi con gli altri, rendendo il segno, lo spazio e la forma protagonisti indiscussi dei propri capolavori. Pizzi Cannella trova nella Galleria Mucciaccia una giusta collocazione, soprattutto dopo il successo ottenuto lo scorso autunno nella sede romana quando è stata allestita la triplice mostra: "Le Regine", "Almanacco 4" e "Quadreria Roma", curata da Cesare Biasini Selvaggi. In una saletta all'interno della galleria di Cortina d'Ampezzo gli appassionati d'arte possono trovare opere anche di Enrico Bay, Mario Schifano, Carlo Carrà, Fillia (Luigi Colombo), Franco Gentilini, Bruno Cassinari, Massimo Campigli e Mario Sironi.

© il Notiziario di Cortina

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