CROLLATA PARTE DEL CURLING CENTER
07 Febbraio 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com)
Alcune crepe esternamente visibili del Curling Center, in autostazione, la sera di mercoledì 5 febbraio, hanno costretto i Vigili del Fuoco, durante il sopralluogo per verificare lo stato dell’ex-convertitrice e dei tre depositi dell’ex trenino delle Dolomiti, a dichiarare inagibile la struttura.
«Struttura - ha dichiarato Nicola De Santis presidente della società Gis - che avevo già fatto chiudere in via precauzionale alla sera di domenica 2 febbraio». Tre giorni dopo, il cedimento della struttura in alcuni punti ha costretto l’ingegnere dei Vigili del Fuoco di Belluno, a considerare la struttura compromessa, così si è provveduto a mettere in sicurezza l’area circostante il Curling Center.
Nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 febbraio si è verificato il colasso e ieri mattina si è assistito a quello che rimaneva della pista di curling (parte sud della struttura): macerie del tetto e della struttura miste a neve. «Il crollo parziale avvenuto ieri notte ci amareggia - ha commentato il vicesindaco Enrico Pompanin - ma sarà di stimolo per accelerare il progetto del nuovo centro che sorgerà all’interno dello Stadio del Ghiaccio». «Il nuovo Curling Center - commenta Nicola De Santis - sarebbe da collocarsi nell’attuale spazio vuoto tra il retro delle panchine giocatori dell’hockey e le vetrate, dove fino ad alcuni anni fa vi erano le tribune metalliche provvisorie. L’iter progettuale ha avuto il suo corso e si è passati dal progetto preliminare al progetto definitivo già depositati presso GIS. Tale progettazione è stata commissionata da GIS un esperto esterno, con la collaborazione dell’Associazione Curling Cortina, al fine di comprendere e prevedere le esigenze di gioco, oltre a quelle strutturali e degli impianti. A oggi il progettista ha già predisposto gli inserimenti fotografici che sono necessari per l’avanzamento dell’iter verso la fase esecutiva. Al momento - continua De Santis - si è in una fase transitoria (tra quella definitiva e quella esecutiva appunto) che potrebbe/dovrebbe durare circa sei mesi. Tale fase è la più delicata poiché si intraprende tutto l’iter autorizzativo propedeutico all’eventuale possibilità di costruzione, il quale passa attraverso Sovrintendenza, VVF, ULSS, commissione tecnica della FISG etc. Una volta ottenute tutte le autorizzazioni del caso dovrebbero passare circa altri due mesi per avere un progetto esecutivo utile a dare avvio alla gara d’appalto per la costruzione (altri 2 mesi circa). La costruzione poi dovrebbe durare circa sei mesi, considerando che non vi dovrebbero essere interruzioni poiché si opererebbe al chiuso. L’opera dovrebbe costare un milione di euro e potrebbe essere pronta circa fra un anno e mezzo, salvo intoppi dell’iter». «Per tale importo sono sicuro - dice Pompanin - che la Regione, alla quale chiederò di contribuire, avrà un occhio di riguardo per uno sport che a Cortina è così sentito e così rilevante a livello turistico. Il nuovo Curling Center, inoltre, avrebbe dovuto ricevere il co-finanziamento dal Coni, ma l’intero provvedimento è stato ritirato. Motivo in più perché la Regione ci dia un sostegno».
Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com)
«Al di là della disponibilità economica attuale e della futura scelta politica della realizzazione dell’opera, che spettano unicamente all’amministrazione comunale, con un po’ di pragmaticità la GIS - continua De Santis - si sta già adoperando in queste ore per verificare con le proprie assicurazioni le eventuali possibilità di copertura/rimborso danni, nonché (come confermato dal vicesindaco, subito sensibile alla questione) - dato lo stato di calamità dichiarato dalla Regione Veneto - ci si aspetta che arrivino dei fondi extra da poter utilizzare per il ripristino delle varie normali attività del paese tra cui anche la (ri)costruzione di impianti sportivi/edifici pubblici danneggiati. Anche il presidente dell’Associazione Curling Cortina Antonio Menardi si è detto convinto che a questo punto la soluzione del nuovo Curling Center sia quella più opportuna da perseguire nel più breve tempo possibile per non pregiudicare l’attività sportiva e ricreativa di uno sport che ha dato tanto alla città di Cortina».
LA TRISTEZZA DI ANTONIO MENARDI
Alcune crepe (Foto Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicortina.com)
Il presidente dell’associazione Curling Cortina Antonio Menardi, con un tono affranto, ci ha raccontato e commentato l’accaduto. «Il Curling Center era stato chiuso già domenica 2 febbraio, in via precauzionale. Nella riunione di mercoledì 5, il presidente della GIS Nicola De Santis, i due presidenti dei club Massimo Antonelli e Alessandro Zisa ed io avevamo discusso su quello che si poteva fare nella struttura. Purtroppo ora la realtà è un’altra e infelice. È crollata la parte a sud, sono rimasti sotto l’impianto video e le stones. Dovremmo stare fermi per due, tre anni. Allenarci nel posto più vicino: Claut, che dista un’ora e mezza da Cortina. Non giocheremo più. L’unica cosa certa è il Trofeo Cortina Summer, fissato dal 19 al 22 giugno. Sono state invitate 60 squadre e 40 hanno già aderito. Non ci voleva una botta simile... e giocare allo Stadio è quasi improbabile: mancano le stones e le caratteristiche del ghiaccio non lo consentono. Ci vuole una preparazione particolare della pista, diversa da quella dell’hockey e del semplice pattinaggio».
LA STORIA DEL CURLING
Dopo aver visto il crollo del Curling Center, Eleonora Alverà ha scritto su Facebook, con grande passione, la storia del curling: «Nonostante l’amarezza di questo momento, mi piace credere che il nostro sport troverà una nuova strada. Dopotutto se il curling a Cortina esiste da quasi 100 anni è perché è sempre stato prima di tutto una grande passione portata avanti da una grande famiglia. Basta pensare a tutto il cammino fatto, da quando era solo un intrattenimento per gli ospiti dei grandi hotel, a quando si giocava allo stadio, sotto le stelle e la neve, portando a mano ogni sera i carrelli con le stones. Poi c’è stato il tunnel, che era in verità un freezer ventilato, ma ci sembrava un vero lusso (anche solo per il fatto di non dover più portare le stones). Alla fine è arrivato il Curling Center, una vera reggia che ci ha portato a grandi traguardi, ai mondiali, a una grande crescita; ma ha portato anche i primi grandi conflitti e malumori e ci ha fatto (forse) un po’ dimenticare di essere un’associazione forte, trasformandoci in tanti club agguerriti. Oggi però è anche vero che esiste un bellissimo gruppo di giovani e una scuola di curling animata dalla grande passione di far conoscere questo strano sport in cui dei tizi strani lanciano delle teiere sul ghiaccio. E questo mi fa pensare che possa essere la base migliore per ripartire. Anche perché, giustamente, no curling, no party!».
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