PRESENTATO IL PROGETTO VINCITORE DEL BANDO DEL “SENIOR CITY”
15 Marzo 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Martedì 11 marzo, in sala cultura don Pietro Alverà, è stato presentato il progetto vincitore del bando di concorso della "Senior City". L’architetto Matteo Bandiera e il suo team realizzeranno a Cademai la struttura per anziani. «Nel 1973 - ha esordito Stefano Zardini Foloin - è nata la Fondazione Cortina d’Ampezzo per Anziani onlus, a seguito del sostegno economico di due famiglie: Astaldi e Falk, a favore della costruzione di una struttura che potesse aiutare le persone anziane del paese».
L’ingegner Ugo Illing, commissario della Fondazione, venne incaricato dalla Regione a stilare uno statuto e lo fece insieme a Sandra Scarpa Ghedina (tre volte presidente della Fondazione), che collaborò anche a farlo approvare. Scopo della onlus è quello di «garantire un alloggio a chi non produce più reddito ed è costretto a vivere con modeste risorse rappresentate dalla pensione». Nel periodo di Illing e della Ghedina un progetto fu approvato dalla Provincia e poi dalla Regione, ma fu bloccato dal Comune di Cortina. Quel progetto non fu più preso in considerazione e si pensò di creare un bando per un nuovo progetto. Il bando è stato stilato dall'architetto Michele Merlo. E proprio martedì 11 marzo è stato reso pubblico il vincitore. La giuria, presieduta dall’architetto Alberto Cecchetto, ha valutato le proposte progettuali «tenendo conto della qualità architettonica del progetto, dell’integrazione con il contesto paesaggistico di riferimento, della durata delle soluzioni proposte e della facilità di manutenzione e della valutazione tecnico economica dei costi di realizzazione e della loro congruità in relazione alla tipologia dell’opera».
«Cortina d’Ampezzo è una stazione conosciuta - ha affermato Cecchetto - e sarà per questo che sono arrivate 254 proposte con tre pannelli e un plastico. La Commissione si è trovata davanti a un lavoro non facile. Ci sono voluti tre giorni per una scrematura; abbiamo visto proposte alternative, ma anche analoghe. È stato fatto un lavoro interessate, soprattutto per le dieci proposte scelte. Sono stati interpretati i valori del passato, grande rilievo ha avuto lo spazio e la luce. C’è stata un’ottima sensibilità nel collocare il progetto nel terreno, nello studio di materiali della tradizione ammodernati. Sono state valutate positivamente le vetrate, il piano copertura (utilizzato come piano libero). Naturalmente - ha concluso Cecchetto - vanno migliorate alcune soluzioni, quali rampe, accesso e spazio collettivo, quest’ultimo da rendere più umano». Al primo classificato andranno 10.000,00 euro, al secondo 5.000,00, al terzo 3.000,00 e agli altri sette 1.500,00 ciascuno. A fianco della chiesa sono stati posti i pannelli con i dieci progetti finalisti.
Feliciana Mariotti
I COSTI PER LA REALIZZAZIONE (f.m.) «Per quanto riguarda la realizzazione del primo stralcio (20 appartamenti) - ha detto Stefano Zardini Foloin - la Fondazione dispone di 750.000,00 euro, a cui si aggiungono un milione promesso dal Comune di Cortina, più due milioni della Casa del Capitano. Il secondo stralcio prevede la realizzazione di altri dieci appartamenti. Il costo totale dell'edificio, 30 appartamenti (54 mq ciascuno) in toto, si aggira sui 5 milioni». Per chi risiederà, per lo più persone meno abbienti, ci sarà un affitto minimo da pagare, sostenibile con la pensione, che varierà a seconda del reddito. I detentori di reddito maggiore, contribuiranno all'arrotondamento dell'affitto dei meno abbienti. «Naturalmente queste case - ha specificato Zardini - sono state studiate per quelle coppie che desiderino lasciare la propria casa ai figli affinché si fermino a Cortina e non si trasferiscano altrove». LE CRITICHE E I SOSTEGNI (f.m.) Tante le critiche nella visione dei pannelli in centro, non solo martedì, ma anche la sera precedente. E alcune contrarietà non sono mancate anche in sala cultura. Lungo il Corso diverse persone hanno trovato che il progetto vincitore non ha nulla a che vedere con l’ambiente in cui viviamo. Proprio alcuni anziani hanno detto che non si rinchiuderebbero in una struttura simile, abituati alle proprie calde dimore. Hanno chiamato quelle case in mille modi, “cellette” o “gabbie” sono stati i termini più positivi. Stefano Zardini ha sottolineato che, dopo i lavori di Gellner e Vietti, la nostra località è rimasta priva di architetture di pregio e che il Museo Guggenheim di Bilbao, progettato dall’architetto canadese Frank O. Gehry, affascina sia per il contenitore che per il contenuto, la stessa cosa deve capitare a Cortina. I tetti piani che richiedono manutenzione con costi elevati, la struttura fredda lontana dalle case ampezzane e la parte in legno sottoposta alle intemperie sono stati i tre elementi di criticità sollevati da Barbara Raimondi. La costosa manutenzione in caso di nevicate e la lunga stagione invernale che richiede riscaldamento prolungato sono stati evidenziati da altri. Hanno dato un diverso parere due professionisti di Cortina: l’architetto Roberto Menardi che ha augurato al vincitore che il progetto da scala 1 venga visto finito in scala reale, «con tale opera - ha detto - è giusto che Cortina cominci ad aprirsi, a guardare l’architettura alpina»; l’architetto Agostino Hirschstein ha ricordato che Gellner diceva che «la neve doveva rimanere sui tetti per cui non bisognava dare alcuna pendenza». L’architetto Cecchetto ha concluso l’incontro affermando che bisogna abituarsi al futuro e ai cambiamenti che questo comporta. IL VINCITORE DEL PROGETTO: MATTEO BANDIERA Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com) (f.m.) L'architetto Matteo Bandiera ha spiegato come il suo progetto sia il frutto del lavoro di un team multidisciplinare, formatosi per affrontare un tema complesso e specifico nello stesso tempo, eventuali problemi e per colmare le lacune altrui e, naturalmente, affrontare uno dei temi più affascinanti. “È stato studiato il contesto nel quale il progetto doveva essere inserito e il risultato ha richiami forti alla tipologia costruttiva locale. È stato tutto analizzato per preservare al massimo la sezione di terreno naturale, con una parte arretrata nascosta e una parte superiore staccata in legno che gioca sulla logica dell'incastro. Si è pensato a un'organizzazione interna degli spazi (a corte) verso una parte di massimo soleggiamento e apertura circostante che ricorda le stradine dei paesi di montagna con alloggi dotati di finestra che dà sulla strada interna; ogni alloggio all'ingresso ha una panca dove si può socializzare; si è focalizzata l'attenzione sulla personalizzazione: ogni occupante può scegliere come arredare la casa e il terrazzo; è stato studiato lo spazio interno grazie all'ausilio dell'architetto paesaggista Fausta Occhipinti, che ha visto l'area come una zona dove l'anziano può realizzare il proprio orticello.© il Notiziario di Cortina