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ELEZIONI AMMINISTRATIVE: LE RICHIESTE DI CONFINDUSTRIA BELLUNO DOLOMITI AI FUTURI SINDACI

13 Maggio 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014

Ecco le richieste di Confindustria  Belluno Dolomiti agli 81 candidati alla carica di sindaco dei 38 comuni bellunesi, che andranno al voto il 25 maggio:

-  Favorire la fusione dei Comuni,

- evitare ulteriori aggravi delle imposte locali,

- semplificare le procedure burocratiche per le aziende,

- gestire con coesione i progetti finanziati con i fondi strutturali, per la coesione e per le aree di confine (Brancher),

- abbandonare l’opposizione ideologia alla valorizzazione delle risorse idriche per la produzione di energia pulita.

«A pochi giorni dalle amministrative – afferma il presidente Gian Domenico Cappellaro – vogliamo chiedere ai candidati impegni precisi a favore dello sviluppo economico della nostra provincia e del rilancio di alcuni settori particolarmente in difficoltà come l’edilizia. Stiamo attraversando una fase delicata ed è perciò fondamentale, anche alla luce del vuoto politico che si è creato con il commissariamento della Provincia, che le amministrazioni locali svolgano un ruolo attivo per far ripartire crescita e lavoro».

Vediamo le richieste punto per punto:

FUSIONE DEI COMUNI - «Dopo gli esempi positivi di Quero e Vas e di Longarone e Castellavazzo – sostiene il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti – auspichiamo che anche altri Comuni seguano la stessa strada, perché è anche attraverso l’accorpamento dei piccoli municipi che si può realizzare una semplificazione della pubblica amministrazione, rendendo i servizi più efficienti e ottenendo risparmi che possono servire per ridurre le imposte locali». Ma per Cappellaro la riduzione del numero dei Comuni è funzionale anche a una migliore gestione della Provincia, ora che «purtroppo è diventata un ente di secondo grado». A questo proposito, il presidente degli industriali bellunesi invita i futuri sindaci a «non rinunciare alla battaglia per una Provincia elettiva e autonoma». IMPOSTE LOCALI – Secondo una recente indagine della Cgia di Mestre, negli ultimi sedici anni, dal 1997 al 2013, le tasse locali sono cresciute del 200%, a fronte di un aumento del 35,9% di quelle nazionali, soprattutto a causa dei tagli ai trasferimenti. «L'introduzione dell'Ici, dell'Irap, delle addizionali comunali e regionali Irpef - dice Cappellaro - ha fatto impennare il gettito della tassazione locale. Da ultimo, la famigerata Iuc, che mette insieme Imu, Tasi e Tari, rischia di essere un’ulteriore stangata per le imprese, dopo quella subita con il passaggio da Ici a Imu, con un aggravio medio del 150%. Con la Tari aumenta la discrezionalità delle amministrazioni comunali e si obbligano le aziende a pagare per i rifiuti, che già smaltiscono a proprie spese: un paradosso che solo in un paese come il nostro si può verificare. Confidiamo pertanto che i futuri sindaci evitino un ulteriore incremento delle imposte locali». SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA - «Ha ragione chi sostiene che la burocrazia è ormai una tassa occulta che costa ad ogni azienda diverse migliaia di euro all’anno e ne riduce così la competitività, -  dichiara Cappellaro. - Per questo mi auguro che i futuri sindaci si attivino per semplificare le procedure di competenza comunale, anche con semplici accorgimenti e iniziative coordinate che, a costo zero, potrebbero agevolare le attività produttive». FONDI – Sulla gestione di fondi, da quelli per le aree di confine a quelli strutturali, Confindustria Belluno Dolomiti ha sempre insistito affinché servissero per interventi sistemici e strutturali, in grado di migliorare la competitività del territorio. «Sino ad oggi – osserva Cappellaro – ha spesso prevalso la logica dei progetti locali, come la sistemazione di un marciapiede o di una palestra. Vista le difficoltà economiche di molti Comuni, questo è un atteggiamento comprensibile. Adesso, però, sarebbe importante un cambio di mentalità e di prospettive». RISORSE AMBIENTALI – «L’opposizione ideologica alla valorizzazione delle risorse del territorio per la produzione di energia pulita – conclude Cappellaro – rischia di precludere un’opportunità di sviluppo sostenibile del territorio, attivando investimenti e creando posti di lavoro. Noi non siamo favorevoli a prescindere a qualsiasi progetto: chiediamo perciò ai futuri sindaci di non lasciarsi condizionare, per mere ragioni di consenso, dalla minoranza rumorosa dell’ambientalismo ideologico. Solo attraverso il confronto e il dialogo costruttivo sarà possibile individuare le soluzioni migliori per le nostre comunità».

© il Notiziario di Cortina

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