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NELLA GALLERIA FREDIANO FARSETTI SABATO 11 OTTOBRE A FIRENZE S'INAUGURA LA MOSTRA "UMANI NON UMANI"

08 Ottobre 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Sabato 11 ottobre alle ore 18.00 s'inaugura, a Firenze Lungarno Guicciardini 21-23, la mostra: "Umani non umani", ideata, curata da Nicola Davide Angerame, insieme alla Galleria d’arte Frediano Farsetti, e realizzata in collaborazione con Whitelabs Milano. Il titolo dell'esposizione s'ispira, in modo giocoso irriverente (così come lo sono gli artisti esposti) al titolo di quel film d'incontro tra Carmelo Bene e Mario Schifano, ed espone circa 50 fotografie che Claudio Abate (Roma 1943) scatta a Carmelo Bene durante il decennio del loro sodalizio tra il 1963 ed il 1973. Questa mostra gioca sull'incontro tra la pittura di Schifano e il teatro totale di Carmelo Bene, in un decennio decisivo per entrambi e centrale per la storia di una Italia che corre verso la modernità. Ai due protagonisti si aggiunge il terzo: Claudio Abate, uno dei maggiori fotografi italiani viventi. Ci sono vite che corrono in parallelo, che a volte s'incrociano per pochi istanti per poi proseguire nuovamente in parallelo. Quelle di Carmelo Bene (Campi Salentina, 1937 – Roma, 2002) e di Mario Schifano (Homs, 1934 – Roma, 1998) sono realmente così: i due lavorano insieme sul set di “Umano non Umano”, capolavoro del cinema underground che Schifano realizza nel 1971 e che vede un giovane Bene recitare (insieme all'attrice e compagna Lydia Mancinelli) in un episodio incentrato sul tema caro a entrambi: l'incomunicabilità, in questo caso di coppia. Poi vivranno a Roma, in vite parallele che segnano il loro destino di artisti e di uomini non comuni: “umani non umani”, appunto. Le fotografie sono messe “a confronto” con un gruppo di importanti opere di Mario Schifano dello stesso periodo: dai monocromi alle televisioni, dalle palme alle stelle. Senza dimenticare la macchina cinematografica che il capostipite della pop art italiana usa e dipinge, opera essa stessa e simbolo di quel suo eccentrico cinema underground, autoprodotto e girato con pochi mezzi, sotteso da un'estetica che sa unire profondità e immediatezza. Negli stessi anni Carmelo Bene sta facendo lo stesso tipo di cinema in veste di sceneggiatore, regista, attore, costumista, montatore, scenografo: tra il 1967 e il 1972 realizza cinque film, spendendo tutto se stesso e raggiungendo vette impensabili per un neofita: nel 1968 vince a Venezia il Leone d'Argento con “Nostra signora dei turchi”, trascrizione filmica del suo primo e unico romanzo omonimo scritto sull'esempio dell'Ulisse di Joyce. Claudio Abate, insieme al curatore Nicola Davide Angerame, sarà presente all'inaugurazione della mostra.

Feliciana Mariotti

© il Notiziario di Cortina

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