ALLA GALLERIA CONTINI I GRANDI MAESTRI INTERNAZIONALI
27 Febbraio 2015
Feliciana Mariotti
Archivio 2015
Interno della Galleria Contini (Foto Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicortina.com)
TESTO DI FELICIANA MARIOTTI
Stefano Contini aspetta i cultori d’arte nella galleria in piazzetta Silvestro Franceschi 1, dove è possibile ammirare le opere di un artista di assoluto gradimento per il pubblico: Julio Larraz, l’artista cubano che attualmente vive a Miami in Florida, considerato uno dei pittori più poliedrici nel contesto internazionale e definito recentemente il “poeta del mare e dell’immaginazione”. I dipinti, con i quali si è imposto all’attenzione della critica fin dai primi anni Settanta, dopo un’intensa attività di illustratore e disegnatore, raccontano un mondo ricco di sensazioni e atmosfere.
Larraz attinge alla realtà, ma trasfigura ciò che vede in immagini simbolo, non sempre di immediata decifrabilità. Come non rimanere incantati da: “Concepto Espacial” 2012, olio su tela, “Polyphemus Wrath”, 2012, olio su tela, “The arrival of the Queen of heart” 2013, olio su tela, “Winsor” 2011, olio su tela, “The Left Wing”, 2011, olio su tela. «Viaggiando nella pittura di Larraz - è stato detto - ci si accorge che l’artista non crede nel concetto di evoluzione e, spesso a distanza di tempo, sceglie di riprendere dei soggetti già affrontati in passato modificandoli con uno sguardo nuovo, talora più acuto e ironico, in altri casi più nostalgico e drammatico». Accanto alle opere di Larraz, esposte, circa un anno fa, a Catania presso la Fondazione
Puglisi Cosentino, nella mostra: “Del mare, dell’aria e di altre storie”, si possono vedere i lavori di Marc Quinn, Julian Schnabel,
Julio Larraz: “Concepto Espacial” 2012, olio su tela (www.ilnotiziariodicortina.com
Sam Francis, Igor Mitoraj, Robert Indiana, Warhol, Paladino, Chia, Christo, Kounellis, Pignatelli e Music. Una saletta è dedicata alle opere di Fernando Botero, ove è palese il suo linguaggio personale, unico e riconoscibile che sa trasmettere tenerezza, innocenza e gioia. Quando si guarda un dipinto di Botero l’attenzione viene focalizzata sulla fonte di piacere che per l’artista deriva dall’esaltazione della vita, espressa dalla sensualità delle forme.
Dietro l’irreale dilatazione dei volumi non c’è nessun tipo di riflesso o critica di un modello sociale, ma la pura e semplice ricerca di un piacere ideale, non meramente edonistico, che in Botero si concretizza idillicamente in un metaforico “ritorno alle origini”, esaltazione della sensualità densa e lussureggiante tipica della realtà latino-americana. Stefano Contini non è soltanto un attento cultore dell’arte internazionale, ma anche dell’arte italiana e nella sua galleria ampio spazio trovano giovani artisti come Enzo Fiore, “colui che - ha scritto Achille Bonito Oliva - ha posto la sua esistenza sotto il segno di una manualità vorticosa e costante, al servizio di una pittura che non ha mai rinunciato ad avere un suo peso specifico”. A Cortina l’artista milanese è presente con i ritratti di personaggi celebri, come, ad esempio, Basquiat, Bob Marley, Audrey Hepburn, ma anche con le vedute, quali “Apocalisse New York” 2014; tutte opere realizzate avvalendosi di una tecnica unica basata sull’impiego di muschio, foglie, radici, terra, pietre, insetti, resina e cemento.
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