IRREGOLARITÀ DI PERMESSI IN UN CANTIERE DOPO IL CONTROLLO DELLA POLIZIA DI STATO AD ALCUNI OPERAI
03 Giugno 2015
Feliciana Mariotti
Archivio 2015
La Questura di Belluno, durante un normale posto di controllo della Volante del Commissariato di Cortina, ha fermato un furgone con a bordo alcuni operai kosovari che si stavano recando, dopo la pausa pranzo, a lavorare presso un cantiere edile del centro. Dal controllo dei documenti è emerso però che qualcosa non andava bene.
È stato pertanto deciso, insieme al personale della Direzione Territoriale del Lavoro, un sopralluogo direttamente nel cantiere e gli operai controllati alcuni giorni prima a bordo del pulmino sono stati trovati intenti a lavorare.
Questi non avevano i documenti di identificazione e sono stati accompagnati in Commissariato per essere sottoposti ai rilievi segnaletici di rito. I lavoratori, insieme al datore di lavoro, B.A., trentenne kosovaro, legale rappresentante di una ditta slovena che aveva subappaltato l’attività edile in Cortina, hanno dichiarato di essere in possesso, cosa risultata poi veritiera, di un permesso di soggiorno sloveno, mai convertito in permesso di soggiorno italiano.
Il documento permette solo la libera circolazione in area Schengen, esclusivamente con finalità turistiche; gli interessati dichiarano anche di non conoscere completamente la normativa italiana. È stato sentito anche l’amministratore delegato dell’azienda locale che aveva ceduto i lavori in subappalto e anche costui ha dichiarato di essere convinto che gli operai fossero in regola con i documenti di soggiorno.
La responsabilità penale dei due datori di lavoro comunque appare evidente per la violazione del 12° comma dell’art. 22 della normativa sull’immigrazione. Pertanto gli stessi vengono deferiti all’A.G. competente, mentre i cinque operai vengono invitati a presentarsi presso l’Ufficio Immigrazione che, inizialmente, invita i cinque a non prestare attività lavorativa, poi, nei giorni successivi, viene trovata la possibilità di regolarizzare la loro presenza sul territorio, come richiede la norma in materia.
Gli stessi sono tornati a lavorare a Cortina con i documenti in regola. Il datore di lavoro italiano M.G., quarantaseienne trevigiano, amministratore delegato azienda cortinese è stato sanzionato per violazione dell’articolo 7 della citata normativa in quanto emergeva che ospitava i predetti operai in locali di proprietà senza averne dato comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza. Sanzioni sull’organizzazione della sicurezza nel cantiere sono state invece irrogate dalla DTL.
© il Notiziario di Cortina