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FRANA DI ACQUABONA. L’ASSESSORE ALLA PROTEZIONE CIVILE: ‘’BASTA CHIACCHIERE, OGNUNO FACCIA LA PARTE DI SUA COMPETENZA’’

17 Giugno 2016
Feliciana Mariotti
Archivio 2016
“Trovo stucchevole la polemica in cui il governo cerca di coinvolgerci su problematiche che dovrebbe risolvere da solo e in via esclusiva- ha detto Gianpaolo Bottacin l’assessore regionale alla protezione civile che ha spiegato con chiarezza e codici alla mano “chi deve o dovrebbe fare e che cosa, senza che si possa fare confusione". In Veneto - ha sottolineato l’assessore - ci sono 9516 frane censite, sulle quali la competenza è differenziata a seconda della tipologia: quelle che riguardano i centri abitati sono di competenza delle Province, quelle che riguardano i corsi d'acqua sono di competenza della Regione in base alla L.R. 11/2001. Relativamente alle strade sia il codice della strada (art 14, 30, 31) che il codice civile (art. 2051) specificano con chiarezza che è compito del proprietario e del gestore della strada garantirne la sicurezza. "Sul tema specifico della frana di Acquabona  è a dir poco sconvolgente che lo Stato e le sue società, unici enti deputati a risolvere in via diretta la questione, si defilino provando a chiamare in causa la Regione Veneto. Oltretutto, la cosa ridicola, se non fosse che stiamo parlando di una situazione tragica, non sta solo nella competenza delle cose ma anche in un ragionamento più generale, che chi governa a Roma dovrebbe conoscere bene: tutti gli enti periferici vivono di finanza derivata, per mezzo di una percentuale delle tasse versate dai cittadini che lo Stato, con delle differenziazioni del tutto inique, provvede in piccola parte a ridistribuire sul territorio. La Regione Veneto, in quanto ente periferico nello stesso modo che le Province e i Comuni, riceve in maniera sempre minore una quota parte di queste tasse dallo Stato. Purtroppo, e qui parliamo di numeri certificati, Roma – ha aggiunto l’assessore- che ad altre realtà del nord e del sud ridistribuisce gran parte e volte anche di più di ciò che riceve, trattiene invece dai cittadini veneti ben 4000 euro procapite all'anno, che significano oltre venti miliardi di euro ogni anno. Questo sistema non può più andare avanti, le cose vanno riequilibrate, lo Stato deve lasciare al Veneto una capacità finanziaria pari ad altre regioni, certificandone l’autonomia, oppure deve risolvere direttamente le problematiche e darci i servizi per i quali i cittadini già pagano in anticipo con le tasse. Attenzione però, noi non vogliamo assistenzialismo, non è nella nostra natura di veneti lavoratori, chiediamo semplicemente ciò che ci spetta così da muoverci direttamente nel risolvere i problemi, senza dover quotidianamente ricordare allo Stato le sue inadempienze o le promesse mancate, come nel caso delle frane di Cadore e Val Boite e del tornado in Riviera del Brenta lo scorso anno”.
 

© il Notiziario di Cortina

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