SI È APERTA SABATO ALLA CASA DELLE REGOLE LA MOSTRA DI IDA HARM
12 Marzo 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
(www.ilnotiziariodicortina.com)
Sabato è stata inaugurata, alla Casa delle Regole, la mostra di Ida Harm, l'artista che vede l’albero come il tema centrale del suo lavoro artistico. Nella personale sono esposte opere in cui viene data particolare rilevanza ai semi, simbolo di nascita, diversità, potenzialità, destino dell’essere umano. Querce, ghiande, alberi, pigne, foreste e giardini nella Harm descrivono un mondo che non è solo realistico ma anche fortemente simbolico, antropologico, culturale.Attraverso i suoi soggetti, la tecnica personalissima e la cura per gli allestimenti i visitatori potranno vivere la natura e gli alberi con nuovi occhi. La mostra ha un percorso che si snoda fra alberi, giardini, ritratti d'infanzia nel giardino mitologico, alberi, mari e semi.Inoltre la mostra è introdotta da uno scritto di Tiziano Fratus, scrittore e poeta, creatore della dendrosofia e dell’alberografia oltre al concetto di uomo-albero.Come scrive la stessa Ida Harm, nata in provincia di Venezia, ma che da anni lavora a Padova, “In questa mostra sono raccolti molti lavori piuttosto recenti con cui tento di descrivere un percorso intimo e umano nel rivelare i lati più affascinanti dell’albero, dei suoi significati e della sua importanza. Lo faccio a livello del tutto personale, artistico, poetico, limitato, se vogliamo, ad una peculiare visione e sensibilità, che ugualmente spera di poter essere condivisa. L’importanza biologica delle foreste e delle piante, legate indissolubilmente e tragicamente alla nostra esistenza, è ormai cosa assodata. Diverso però è saperlo dal comprenderlo profondamente. La biodiversità che stiamo distruggendo è causa ed effetto dello sradicamento dalla nostra storia passata oltre che minaccia per il futuro. Da qui la riflessione sui semi che riassume tutto il lavoro: minuscole bombe biologiche che scartiamo, gettiamo, modifichiamo, trattiamo senza la dovuta cura. Potenzialità che spesso si trovano nell’umile, nel piccolo, nel vecchio, in ciò che si nasconde e cresce in silenzio. Metafore inconsapevoli della nostra genia, dei nostri atti, dei nostri figli e padri”. (f.m.)
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