Un anno, inizio 2016-inizio 2017, ricco di lavoro per l'Istituto Ladin de la Dolomites
05 Aprile 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
L'Istituto Ladin de la Dolomites ha da poco tempo festeggiato 13 anni da quando ha avviato la attività con i primi due sportelli linguistici a Borca e a Selva di Cadore. Da allora molte cose sono cambiate e non sempre in meglio: i finanziamenti governativi e regionali per le comunità minoritarie vengono ulteriormente ridotti e incanalati solo in progettualità fisse; "alcuni sportelli sono stati sospesi - commenta Ernesto Majoni direttore dell'Istituto - ed è diventato difficile proseguire con diverse attività, diradando di conseguenza rapporti culturali, scientifici e collaborativi con associazioni, enti, istituzioni del territorio ed esterne. Gli sportelli ancora attivi dell'Istituto (Auronzo, Borca, Belluno) mantengono comunque il proprio impegno a favore della lingua e della cultura del territorio ladino bellunese, affrontando grandi problemi ma riuscendo anche a conseguire lusinghieri traguardi.Dal 2016, in ambito editoriale, l'Istituto ha pubblicato rivista e libri in particolare il 24° numero della rivista scientifico-culturale “Ladin!”, che rimane il suo fiore all'occhiello; la seconda e la terza raccolta di versi in zoldano di Renato Mosena dal Poont, “Al cùor al scauda dute le storie” e “Zanpeđoon ardeent e ram”; lo studio dialettologico di Enzo Croatto “Da agnó ruelo ra nostra paroles? Storia di alcune parole ampezzane”; “Thubiana la se vieste di poesia”, raccolta delle poesie partecipanti all'omonimo concorso tenutosi a Cibiana di Cadore; “Pites e... pensiere”, traduzione in ampezzano di Ernesto Majoni dei 131 apologhi pubblicati nel 1980 da Luigi Malerba col titolo “Le galline pensierose”. Prossimamente usciranno altre due pubblicazioni patrocinate dall'Istituto, “Conta n ota”, scelta di favole antiche e moderne in ladino di Auronzo a cura di Cinzia Vecellio Mattia, e gli atti del convegno sulla toponomastica dell'Oltrechiusa “La radises desmenteades”, tenutosi a San Vito di Cadore il 22.10.2016. L'Istituto ha pronto, infine, anche “La nostra aghes – Le valli delle Dolomiti Bellunesi e i corsi d'acqua che vi scorrono”, un testo per l'insegnamento della lingua attraverso la geografia locale nelle scuole primarie e secondarie dell'area ladina bellunese.L'Istituto ha preso parte alle edizioni n. 30 e 31 della Rassegna Internazionale dell'Editoria di Montagna “MontagnaLibri” a Trento, esponendo le pubblicazioni edite e patrocinate nel 2015, 2016 e inizio 2017; ha relazionato al convegno “Dal parlar al scrivar – Sulla grafia del bisiac e di altre parlate dell'alto Adriatico” nell'ambito della Settimana della cultura Friulana (Ronchi dei Legionari, 10.5.2016); ha organizzato con successo laboratori di canto e di teatro in lingua ladina per le scuole primarie e secondarie di 1° grado dell'area ladina bellunese, conclusi con una manifestazione in cui 140 giovani hanno recitato e cantato in ladino (Pieve di Cadore, 30.5.2016) ed ha organizzato il corso di formazione rivolto ai dipendenti degli EE.LL. “Lessicografia per le lingue minoritarie e per le varianti ladine”, curato dal docente Carlo Zoli (Borca di Cadore, gennaio 2017).Sono stati patrocinati i convegni “Filiera larice” (Cortina, 6-7.5.2016) e “La radises desmenteades” sulla toponomastica dell'Oltrechiusa; l'Istituto ha ricevuto un riconoscimento per la propria attività nel corso dei festeggiamenti del XX di fondazione dell'Union Ladina d'Oltreciusa (San Vito, 20.11.2016) ed è stato inserito nel gruppo di lavoro della Fondazione Dolomiti Unesco sul plurilinguismo (Cortina, 7.12.2016).Si continua ad arricchire e sistemare la biblioteca dedicata al dott. Enzo Croatto, di cui - tra gli altri – si servono studenti del territorio e il sito internet www.istitutoladino.it; altre iniziative di rilievo culturale e formativo sono in cantiere.In base a quanto esposto e nonostante i problemi che costellano qualsiasi attività, dal 2003 l'Istituto ritiene di avere aggiunto numerosi tasselli al mosaico delle attività a favore della lingua e della cultura dell'area ladina bellunese, e si augura di poterne aggiungere ancora qualcuno, con l'impegno e l'interesse di collaboratori, amici e sostenitori".Feliciana Mariotti
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