“La pelle dell’orso" del regista Marco Segato vince il concorso "Flaiano opera prima"
12 Luglio 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
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Tra sette film in concorso, proiettati nel corso del 44° Flaiano Film Festival, la giuria popolare ha decretato vincitore del Concorso “Flaiano opera prima” il film “La pelle dell’orso" del regista Marco Segato.Segato ha vinto dopo un testa a testa con il film “I figli della notte” di Andrea De Sica. Si è classificato al terzo posto “Ovunque tu sarai” di Marco Cappucci.A Cortina d'Ampezzo il film è noto e Una montagna di libri ha presentato sia l'autore del libro Matteo Righetto, da cui è tratto il libro, sia il regista e il protagonista Marco Paolini. “La pelle dell’orso”, prodotto da Jolefilm, è ambientato negli anni Cinquanta in un villaggio nel cuore delle Dolomiti. Qui vivono Domenico, un ragazzino sveglio ma introverso, e il padre Pietro, un uomo consumato dalla solitudine e dal vino, che per campare lavora alle dipendenze di Crepaz. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei. Una notte la tranquillità della valle viene minacciata dal diaol, il diavolo, un orso vecchio e feroce che ammazza una vacca dentro una stalla. La comunità è in preda a un terrore superstizioso e non ha la forza di reagire.Una sera all’osteria in uno scatto d’orgoglio, Pietro lancia una sfida a Crepaz: ammazzerà l’orso in cambio di denaro. La sfida viene raccolta tra le risate e lo scetticismo generale. È l'occasione che Pietro aspettava da tempo, il mattino dopo, senza dir nulla a nessuno parte per la caccia. Domenico lo viene a sapere e decide di seguirlo. A sua volta abbandonerà la sicurezza del paese per avventurarsi verso l'ignoto. Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano, si riconoscono e il muro che li separava si sgretola nell’immensità della natura.Sceneggiato da Marco Segato, Enzo Monteleone e Marco Paolini, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Matteo Righetto.
Marco Segato, nato a Padova nel 1973, si è laureato in Lettere all’Università di Padova con una tesi su Martin Scorsese e ha frequentato il master di documentario presso la Scuola Civica di Cinema di Milano. Nel 2007 è stato assistente alla regia al film di Carlo Mazzacurati “La giusta distanza”. Per Jolefilm, casa di produzione con cui collabora da alcuni anni, ha realizzato nel 2007 il documentario "Ci resta il nome" con Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Marco Paolini, Daniel Libeskind e nel 2008 il documentario "Via Anelli". Lo stesso anno ha curato la regia video de “Il sergente” di Marco Paolini, e nel 2009 quella di "Pensavo fosse Bach", concerto-spettacolo di Mario Brunello. Nel 2011 ha realizzato il film documentario “Ora si ferma il vento” e nel 2012 “L’uomo che amava il cinema”, presentato alle Giornate degli autori – 69a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Collabora con l'Università IUAV di Venezia e cura la direzione artistica di Euganea Film Festival e di Detour, festival del cinema di viaggio.
Feliciana Mariotti
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