CORTINA NEL MONDO… INTERVISTA A ELENA ZARDINI
26 Luglio 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
Elena Zardini al ristorante jamaicano a Brixton (www.ilnotiziariodicortina.com)
Elena Zardini "de Costantino" ha quasi 40 anni e da undici vive a Brixton, una zona di Londra che si trova appena a sud della città, al confine tra le zone 2 e 3, alla fine della linea metropolitana Victoria.È un quartiere vivace, connesso con il centro, è la parte nera, caraibica, gli abitanti lo amano anche per la sua atmosfera grintosa, per la cacofonia di accenti e per il traffico delle strade, oltre che per la vita notturna, che inizia dopo le 23.00 presso i club giamaicani e latini dell'area. Quando può ritorna, per alcuni giorni, a Cortina d'Ampezzo, a Natale o a ferragosto.- Lavori sempre nel mondo dell'arte? Da diversi anni lavoro al Barbican Centre, il centro d'arte nella City di Londra.Ho iniziato come statista, poi ho lavorato nell'amministrazione e ora sono una manager di mostre. Organizziamo e sviluppiamo le esposizioni al Barbican Centre e poi le portiamo in giro nel mondo, insomma parto con i miei tecnici e allestiamo la mostra dove viene richiesta.Ora c'è l'esposizione di Fantascienza per tre mesi e poi a settembre la portiamo ad Atene. Starò lì per due, tre settimane, poi provvederemo a smontarla e a portarla altrove.
Con i colleghi pronti per la competizione natalizia del cappello più stravagante (www.ilnotiziariodicortina.com)
- Hai fatto carriera in questi anni…È andata bene. Non era nei miei progetti diventare una manager, però lavorare al Barbican è stato un sogno, visto che è uno dei centri più importanti a Londra. Il mio capo ha creduto in me, ho iniziato con piccole mostre che poi sono diventate grandi con maggiore responsabilità.- Come hai vissuto la Brexit?È stato un grande shock! Con i miei amici pensavo che non fosse possibile. Il giorno della notizia è stato un duro colpo per tutti, anche per i miei colleghi che erano adirati per quello che è successo. Brexit è passata grazie all'appoggio di persone che vivono fuori Londra. Mi ha fatto tremare la terra sotto i piedi. Non sono preoccupata del futuro di noi europei a Londra, ma quanto per la distanza che c'è tra Londra e il resto dell'Inghilterra. Le persone hanno dato credito ad alcuni che hanno giocato con i media e hanno fatto credere che era meglio lasciare l'Europa.È stata una notizia amara e triste allo stesso tempo.Ora si vive alla giornata, ogni giorno c'è un'informazione diversa.Nel frattempo ho chiesto la residenza permanente, che non è la cittadinanza, ma mi permette di continuare a lavorare se lo desidero, di avere una pensione in futuro… di stare tranquilla.Non penso che arriverà mai la richiesta del visto per gli europei.- È cambiato qualcosa dall'annuncio ad oggi?Nella vita quotidiana è cambiato poco, quello che si percepisce è che siamo meno europei, che ci sia stato un esodo. Molti amici hanno approfittato della Brexit per andar via, ma i motivi sono altri.- Senti la mancanza dell'Italia?Sì, la sento, ma Londra non è lontana. Posso prendere l'aereo e arrivare in Italia. Sono appena stata due settimane nel Salento. Mi mancano la famiglia, gli amici di una vita. La quotidianità e alcune caratteristiche tipicamente italiane, dovute alla distanza.- Tipo?Non voglio cadere nei soliti cliché: la bellezza dei paesaggi, come le montagne di Cortina, le colline toscane, i monumenti, il mare. Adoro tutti i tipi di cucina e Londra in questo mi aiuta, ma amo il cibo italiano: dalla burrata salentina, alla pasta alla Norma siciliana, ai casunziei ampezzani. Mi mancano le caratteristiche che ci contraddistinguono: le chiacchiere, la comunicazione spontanea e l'approfondimento con le persone che conosci. Gli inglesi sono gentili, ma molto chiusi e lo dice una montanara che in Inghilterra appare molto aperta…
Aspettando la metro (www.ilnotiziariodicortina.com)
- Vedi il tuo futuro a Londra?No. È un periodo che vedo Londra pesante e faticosa: impieghi ore per muoverti con i mezzi pubblici anche se arrivano in orario, il traffico è enorme, il ritmo è continuo, frenetico e stressante.Londra è una città per giovani, meravigliosa, viva, offre molte opportunità… al momento resto qui, anche se so che un giorno andrò via.- Torneresti in Italia?Se ci fossero le opportunità ci tornei, ma conosco bene le difficoltà e poi tornano a galla tutte quelle motivazioni che mi hanno spinto ad andarmene.In Italia mancano l'etica del lavoro, le prospettive, la trasparenza. Esiste la difficoltà di essere riconosciuta per quello che vali. Sono sicura che farei fatica dopo 11 anni di lavoro in Inghilterra ad adattarmi a un diverso modo di lavorare.Dovrei cambiare le mie priorità: la qualità di vita. Se dovessi avere un lavoro anche piccolo, una famiglia che, forse, non è fondamentale, ci tornerei, ma se dovessi aver bisogno di riconoscimenti e prospettive l'Italia sarebbe lontana.
Inaugurazione di una delle mostre che Elena Zardini porta in tour (www.ilnotiziariodicortina.com)
- Frequenti gente italiana?Inizialmente mi tenevo a distanza, perché dovevo imparare la lingua, anche se il mio compagno è italiano e, tra di noi, parliamo italiano. Con il tempo, inevitabilmente gli italiani si attraggono; ora li frequento. Non li considero amici ma conoscenti, gli amici di una vita sono in Italia.- C'è una domanda che ti aspettavi che ti facessi e che non ti ho fatto?Sì, mi sarei aspettata che mi chiedessi le motivazioni per cui me ne sono andata dall'Italia. Ho deciso di lasciare il lavoro in Italia per Londra in parte perché non avevo un riferimento lavorativo, in parte perché il mio compagno viveva nel Nord dell'Inghilterra e stava finendo il suo progetto e doveva decidere dove andare, poi perché ero stufa della situazione italiana; non avevo prospettive. Volevo vivere a Londra, scoprire diverse culture. Vivevo da tanti anni a Bologna e mi ero specializzata in arte contemporanea. In Italia vedevo che facevo fatica a trovare uno sbocco nel mio lavoro, per cui la mecca poteva essere Londra o New York.L'Inghilterra mi ha sempre affascinato, New York era lontana.I primi tre mesi mi sono appoggiata al mio compagno per poter imparare l'inglese, ho fatto corsi intensivi e poi il mio primo lavoro è stato quello di staggista al Victoria and Albert Museum…Lasciamo Elena Zardini, pensando che abbiamo inserito il nostro primo tassello per scoprire Cortina nel mondo… Grazie Elena! Buon lavoro e arrivederci a Cortina d'Ampezzo!Feliciana Mariotti
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