"I 100 ANNI DELLA BANDIERA LADINA" NELLE PAROLE DI ELSA ZARDINI, PRESIDENTE DELL'ULD'A
07 Maggio 2020
Feliciana Mariotti
Archivio 2020
La bandiera ladina - www.ilnotiziariodicortina.com
Credo che prima ancora degli stessi valori, un popolo sia accomunato da una precisa concezione del mondo; cioè la convinzione che nascere in un luogo non sia frutto di un caso, ma un segno del destino. Chi percepisce questo tipo di appartenenza a un luogo, che avverte come destino, è indotto ad attribuire un’importanza centrale al suo legame comunitario con la propria Patria, con la comunità originaria.
Queste sono le parole con cui Marcello Veneziani spiega in un articolo del Giornale, a firma di Luigi Mascheroni, come le bandiere possano essere sinonimo di identità.
Sono trascorsi 100 anni da quando il vessillo azzurro bianco e verde venne scelto come sinonimo dell’identità del popolo ladino.
Il 10 settembre 1919 fu firmato il trattato di Saint Germain che di fatto sancì la fine dell’Impero austroungarico e determinò la divisione del Tirolo, stabilendo il confine sul Brennero.
Il 5 maggio 1920 settanta rappresentanti delle 5 Valli Ladine (Gardena, Badia, Fassa, Ampezzo, Fodom e Colle) - ricorda Elsa Zardini, presidente dell’Union de i Ladis d’Anpezo - si riunirono per protestare contro il rifiuto del governo italiano di concedere ai Ladini il diritto all’autodeterminazione e per chiedere espressamente il proprio riconoscimento quale gruppo etnico distinto. In parole povere in quell’occasione si ritrovarono per chiedere di rimanere uniti sotto la provincia di Bolzano.
Elsa Zardini, presidente dell'ULd'A - www.ilnotiziariodicortina.co
La bandiera esisteva già in precedenza - afferma Elsa Zardini -. Era nata nel periodo napoleonico, ma nel 1919, assunse il significato simbolico dell’identità ladina con i colori azzurro de cielo, bianco della neve e verde dei prati.
Subito dopo la fine del secondo conflitto riapparve il 14 luglio 1946 sul Passo Sella, in occasione di una nuova manifestazione a cui parteciparono 3.000 ladini.
Da allora tanti sono stati gli eventi per l’autodeterminazione, i Ladini non hanno mai smesso di chiedere la riunificazione sotto una sola autorità amministrativa.
Negli ultimi vent’anni il vessillo è stato esposto nei Comuni ladini. In occasione dei novant’anni della bandiera i rappresentanti dei Ladini si ritrovarono tutti in Val Gardena.
Per i 100 anni erano state programmate una grande festa, sempre in Val Gardena, e il 16 maggio, con Istitut Cultural Ladin “Cesa de Jan” (associazione culturale nata per la tutela, la valorizzazione e la promozione della lingua, cultura e identità ladina nell’area settentrionale della Provincia di Belluno, nei Comuni di Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia), una tavola rotonda tenuta dai giovani rappresentanti della Valli Ladine sul significato oggi della bandiera ladina. Quest’ultimo evento si sarebbe potuto realizzare anche in streaming.
A causa del Covid-19, ma soprattutto per rispetto nei confronti di quanti si sono ammalati e di quanti sono morti a per questo virus, è stato deciso di annullare i due eventi e i rappresentanti delle 5 Valli del Sella, nel proprio ruolo istituzionale, con vari interventi il 5 maggio hanno voluto arrivare alle persone attraverso due emittenti radiofoniche: Radio Cortina e Radio Gardena.
Per tutta la giornata di martedì 5 maggio con sorpresa sono arrivate immagini delle bandiere ladine esposte fuori di casa. Non nascondo che mi ha fatto molto piacere che molte persone abbiano compiuto questo gesto.
In serata, alle ore 19.00, in un silenzio indescrivibile, diversi musicisti delle 5 Valli (nel nostro paese c’erano i componenti del Corpo Musicale di Cortina) hanno suonato l’Inno ladino dalle finestre di casa o al di fuori delle proprie dimore.
È stato un momento toccante che ha unito il popolo delle diverse vallate.
I festeggiamenti dei 100 anni della bandiera sono rimandati al prossimo anno.
Il 5 maggio 2021 ci ritroveremo in Val Gardena e daremo il giusto valore a una bandiera, che è simbolo della identità culturale ladina ed è riconosciuta come segno condiviso dei valori e della storia di una comunità linguistica ai limiti dell’estinzione.
Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicorina.com
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