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STORIA DI UN IMPRESA: IL K2, LA MONTAGNA DEGLI ITALIANI

31 Luglio 2020
Feliciana Mariotti
Archivio 2020
Il 31 luglio 1954, lo scoiattolo ampezzano Lino Lacedelli (Cortina d'Ampezzo, 4 dicembre 1925 – Cortina d'Ampezzo, 20 novembre 2009), raggiunse la vetta del K2 nel Karakorum. Durante la salita, le mani di Lacedelli si congelarono più volte, tanto che fu necessario amputargli un pollice. Con lui c'era la guida alpina valtellinese Achille Compagnoni (Santa Caterina Valfurva, 26 settembre 1914 – Aosta, 13 maggio 2009). Grazie a questa impresa il K2 divenne per tutti la montagna degli italiani.La spedizione del 1954, con il patrocinio di Cai, Cnr, Istituto Geografico Militare e dello Stato italiano, fu guidata da Ardito Desio. Geologo ed esploratore, Desio compì prima di allora due viaggi in Karakorum, durante i quali eseguì primi e importanti rilievi topografici in vaste aree inesplorate, effettuando studi geologici e geografici di tutto il territorio. La spedizione del 1954 fu pertanto in linea con le sue precedenti, animata da propositi scientifici ed esplorativi, oltre che alpinistici. Il gruppo fu formato da 13 alpinisti italiani provenienti da diverse Regioni e 5 ricercatori, più numerosi portatori pakistani, che li aiutarono nel trasporto del materiale fino al campo base, e poi alcuni di loro anche nella salita sulla montagna. Gli alpinisti furono: Achille Compagnoni, Lino Lacedelli, Walter Bonatti, Ugo Angelino, Erich Abram, Mario Fantin, Cirillo Floreanini, Pino Gallotti, Guido Pagani, Mario Puchoz, Ubaldo Rey, Gino Soldà e Sergio Viotto. Tra gli scienziati, oltre a Desio, c’erano Paolo Graziosi, Antonio Marussi, Bruno Zanettin e Francesco Lombardi.

© il Notiziario di Cortina

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