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Il 9 agosto inaugurazione alla Farsettiarte della MOSTRA DI GIULIANO VANGI

08 Agosto 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
Giuliano Vangi: "Ulisse", 2008. Scultura in granito nayarian brown, cm 243 h.

 (f.m.) Domani, giovedì 9 agosto, viene inaugurata alle ore 18.00 nelle sale della Farsettiarte, in Largo Poste (piano rialzato) un’importante mostra dedicata a Giuliano Vangi, uno dei maggiori scultori viventi. L’esposizione si articola in due parti: nelle sale della galleria e presso la ex Funivia di Pocol.

Le sculture esposte presentano la sua produzione più recente, toccante testimonianza del maturo fulgore della sua creatività, significativa sintesi della sua lunga e felice carriera.

Il protagonista di Per non sentire, del 2005, è un uomo nudo, fragile, indifeso, che si porta le mani alle orecchie in un tentativo (forse vano) di autodifesa nei confronti dei mali del mondo. Lucia, del 2008, è una scultura in legno di ebano e bosso, estremamente originale e toccante, in cui il rigore della linea e il forte senso dei volumi, amplificano gli effetti emotivi della spontanea semplicità del gesto della fanciulla, anch’essa nuda e indifesa, timida e impacciata, quasi schiacciata da un mondo invadente e aggressivo. Stazzema, del 2008, rievoca l’eccidio perpetrato dai soldati nazisti il 12 agosto del 1944: un uomo, straziato dal dolore, tiene tra le braccia un bambino morto, forse il figlio, chiedendosi (chiedendoci) il perché di tanta violenza inutile e gratuita. Ulisse, del 2008, è l’eroe, che lotta con tenace caparbietà per raggiungere i propri obiettivi: egli serra i pugni per andare avanti e superare tutti gli ostacoli e le avversità, rappresentati visivamente da blocchi di granito che sembrano rinchiuderlo e schiacciarlo. Alle sue spalle si intravede un volto femminile, forse quello di Penelope, la sua sposa lontana, ma sempre presente nei suoi pensieri. Martino, del 2010, unisce il bianco dell’avorio con il bruno del bronzo: Vangi ha spesso creato delle sculture policrome, accostando materiali eterogenei, come bronzo, ceramica, marmo, legno, vetroresina e avorio, non solo come citazione dotta della scultura classica colorata, ma anche come risposta alle sollecitazioni del nostro tempo, così ricco di immagini variopinte. Nelle sale della Farsettiarte è possibile ammirare una decina di disegni preparatori, alcuni dei quali di grandi dimensioni, che in primo luogo danno l’opportunità di apprezzare le ottime doti di disegnatore di Vangi e poi ci permettono di capire come nascono le sue sculture, dalla prima idea al suo svolgimento, dagli studi dei dettagli all’evoluzione dell’insieme, fino al progetto definitivo.

E non e finita... venerdì s'inaugura "Veio"

Il 10 agosto, alle ore 18.00, presso la ex Funivia di Pocol, si potrà ammirare per la prima volta la monumentale installazione (complessivamente misura cm 182x142x1130) di Giuliano Vangi. La scultura rappresenta un motociclista in bronzo, con un elmo greco al posto del casco, in sella ad una vera moto Triumph Tiger 500, che si dirige, lungo una strada lunga poco meno di dodici metri, verso un paesino tranquillo. Il centauro stringe con la mano sinistra il manubrio e tende il braccio destro verso la piccola città sullo sfondo. L’artista ha raddoppiato la mano destra del motociclista per enfatizzare il suo gesto di aggressiva prepotenza e far chiaramente capire agli spettatori la sua volontà di ghermire e possedere la sua preda. L’evidente (e stridente) contrasto tra il moderno giubbotto in pelle e l’antico elmo sta a significare che la violenza e l’istinto di sopraffazione fanno parte della storia millenaria dell’uomo, dall’antichità a i nostri giorni. “Ho voluto rappresentare l’uomo aggressore - spiega l’artista - perché il tema è sempre questo, l’uomo con le sue violenze, le dolcezze, ma anche le ricerche piene d’ansia”.


Giuliano Vangi: "Veio". Scultura in bronzo, cm 182x145x11,28

© il Notiziario di Cortina

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