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Successo dell'incontro con Mauro e Matteo Corona

28 Agosto 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
35©ZOOMFOTOCORTINA PH TONI   Era gremita la sala dell'Alexander Girardi per Mauro e Matteo Corona, padre e figlio, ospiti venerdì sera di CortinainCroda. I due Corona, per la prima volta insieme, hanno parlato delle due passione: lo scrivere e la montagna che li accomunano. Due scrittori, Mauro che ha già venduto miglia di copie e Matteo che è all'esordio letterario con il thriller “ Nelle mani dell'uomo corvo”.

«Non sono venuto per lanciare il libro di mio figlio», ha sottolineato Mauro, «ma per lasciare un ricordo in mio figlio, affinché un domani possa dire: ero a Cortina con mio padre». Mauro Corona come esempio per suo figlio e per i giovani. Ha raccontato di aver smesso di bere e a breve uscirà un suo libretto sui consigli per i giovani per «bere con la testa».

«Il 26 agosto sarà un anno che non tocco alcol», ha detto Mauro, «dovevo farlo anche prima, ma ormai. Ho smesso di bere perché il problema dell'alcol faceva male a chi mi voleva bene, alla mia famiglia. Diventavo un rompi balle. Il problema dei giovani non è la droga, ma l'alcool. I giovani bevono e quindi ho deciso di scrivere un libricino con dei consigli. Ad esempio non mischiare i vari tipi di alcolici, come birra, vino o super alcolici. Sarà un libro criticato che farà discutere, ma i giovani bevono, è un dato di fatto e quindi io posso dirgli come farlo con testa, poi se smettono come ho fatto io è meglio. A me non ha regalato niente nessuno, mi sono fatto da solo, ho sempre lavorato.

Di tante cose però l'unica che ricorderò volentieri sono i miei figli ai quali non ho mai fatto mancare l'amore e sono orgoglioso di essere riuscito a farli studiare tutti». L'orgoglio per i figli è lo stesso orgoglio per il padre che ha manifestato Matteo.

Il giovane Corona ha poi raccontato come è nata l'idea di scrivere un thriller, intenso crudo, spiazzante. «Il libro è nato per conquistare una ragazza», ha detto, «ero all'università a Venezia e c'era questa ragazza che mi piaceva che doveva produrre per un esame un cortometraggio. Lei sapeva che mi piaceva scrivere, che mi dilettavo, e mi chiese di scrivergli una sorta di scenografia per il suo corto. I soldi, come per tutti gli studenti, per il prodotto erano pochissimi e quindi la storia si doveva svolgere in un posto economico. Così ho pensato a una stanza, poi divenuta una casa. Mentre scrivevo l'idea mi piaceva troppo e mi dispiaceva non approfondire certi temi per via del tempo ridotto che avevo per consegnarlo alla ragazza. Così mentii e le dissi che non avevo scritto la sua scenografia. Lei mi rispose che l'aveva chiesta anche a un altro. Così capii che potevo dedicarmi al mio libro e nacque “Nelle mani dell'uomo corvo”». Un primo libro per Matteo destinato ad essere un successo.

 

© il Notiziario di Cortina

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