LA CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL CADORE PROFANATA
05 Gennaio 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com)
Nella notte del 24 dicembre scorso la chiesa di Nostra Signora del Cadore, meglio nota come chiesa del Villaggio ex ENI di Corte di Cadore, è stata profanata da vandali che hanno forzato la porta principale e imbrattato l’interno svuotando il contenuto di tre estintori.
Il danno, di per sé di modesta entità, non può essere scusato come una bravata di giovani sfaccendati. E’ un oltraggio all’arte e un atto sacrilego nei confronti di un luogo sacro.
Custodita per oltre cinquant’anni da padre Simpliciano, che a tale ruolo era stato chiamato proprio dal suo committente Enrico Mattei, è opera dell’ingegno di due architetti Edoardo Gellner e Carlo Scarpa. Del primo è in corso, con non pochi sforzi, un processo di valorizzazione che ha avuto recentemente un importante momento nella partecipazione alla mostra Energy organizzata dal MAXXI, il museo delle arti del XXI secolo di Roma.
Del secondo si celebra in questi giorni al Metropolitan di New York il talento con una mostra dedicata alle creazioni in vetro.
Contemporaneamente a Corte di Cadore (o delle Dolomiti - come oggi viene chiamato il luogo) qualcuno si permette di sfregiare uno dei più interessanti capolavori dell’architettura sacra del Novecento.
Quello che più sembra assurdo è che nemmeno la notizia dell’accaduto abbia raggiunto gli onori delle cronache, in quanto ad oggi pare che nessuno si sia premurato di sporgere denuncia (i fatti sono comunque avvenuti giorni prima del blackout che a fine dicembre 2013 ha colpito la zona!).
Questo episodio va ad aggiungersi a una lunga lista di atti vandalici che hanno avuto come oggetto in questi ultimi anni il Villaggio e in particolar modo la Colonia, che ormai si avvia a diventare per incuria un rudere.
Invece di costituire un monito e un suggerimento a una maggiore controllo di sicurezza, questi fatti sembrano diventare sempre più la scusa per un totale abbandono. Il disinteresse è la peggior forma di degrado. Non danneggia solo le cose, ma l’immagine e la stessa memoria storica.
Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com)
Ci risulta sempre più difficile sostenere oggi a studenti e visitatori (per lo più stranieri) che il villaggio fosse in origine un luogo da sogno, anzi il sogno realizzato di un committente e di un architetto.
La mancanza di un’attenta e coordinata manutenzione delle strade, dei muri, del bosco, dell’illuminazione pubblica, per non parlare degli abusi compiuti a molte delle villette che compongono il complesso di Corte di Cadore lasciano poche prospettive per un futuro. Non è solo una questione di soldi, litania dietro alla quale oggi è troppo facile trincerarsi. E’ anche una questione di volontà e di idee.
Infine, sia che si tratti di bullismo locale o di fenomeni più organizzati, è singolare che la piccola comunità di Borca non riesca ad attuare quegli elementari meccanismi sociali di autocontrollo per evitare episodi così spiacevoli. Speriamo che questo appello trovi il supporto di quanti, per le ragioni più disparate e personali, ritengono che la Chiesa di Corte e il villaggio tutto possano meritare un destino migliore.
Foto Feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com)
Michele Merlo
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