A CORTINA SI BRINDA CON VINO AMPEZZANO
07 Marzo 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Foto vignetocortina.it
Nei giorni scorsi il presidente delle Regole Gianfrancesco Demenego, insieme alla Deputazione regoliera, ha brindato a Vigna 1350, primo esperimento, nato a Cortina più di due anni fa, da un’idea
di Fabrizio Zardini "de chi da ra scora" e da Francesco Anaclerio, direttore del Centro Sperimentale
Vivai Cooperativi di Rauscedo (Pordenone), in collaborazione con l’enologo Gianfranco Bisaro
e l’ampezzano Federico Menardi Comin. Alle Regole, proprietarie del terreno sotto il Pomagagnon,
dove si erge il vigneto, sono state donate due delle 60 bottiglie, ottenute da tre varietà: Manzoni
Bianco (Incrocio costituito dal prof. Luigi Manzoni negli anni 1930-35 presso l’Istituto Tecnico
Agrario di Conegliano), Palava (incrocio di Traminer Rot x Müller Thurghau) e André (varietà
derivata dall’incrocio Blaufraenkisch x Saint Laurent ottenuta da J. Horàk nel 1960).
Il dono è piaciuto e qualcuno ha commentato che il vino è buono anche se aspro. «L’aggettivo è tipico dei vini di montagna, in particolare delle zone marginali - ci ha spiegato Fabrizio Zardini enologo da 35 anni - è una caratteristica del vino che non invecchia, determinato dalla freschezza del profumo».
Foto vignetocortina.it
Contenti del risultato?
In generale siamo soddisfatti, soprattutto dell’Andrè, perché è pieno, completo, ha profumi eccezionali... è un vino che non ha nulla da invidiare.
L’altezza vi ha creato qualche problema, visto che la vigna, a 1.350 metri, è la più alta in Italia?
L’altezza non è significativa, quanto invece il clima. Ci sono vini argentini a 3000 metri. La zona dietro al Putti è favorevole e già il nome Istituto Elioterapico la dice tutta. C’è il sole necessario. La vite cresce in maniera rigogliosa e non dà problemi; ha il vantaggio che non si ammala. L’unico dubbio è il tempo, quindi abbiamo scelto varietà precoci.
Come sono stati questi anni di lavoro?
L’andamento climatico, dalla data d’impianto, sembra darci ragione sul termine dato al progetto
“sperimentale”: la siccità del primo anno (2011), il gelo eccezionale dell’inverno successivo, la nevicata tardiva (24 maggio del 2013) e la grandinata - eccezionale in quota - del 21 luglio ci avevano fatto pensare di averle provate tutte, ma non avevamo immaginato che avremmo dovuto assistere
anche all'abbondante nevicata di quest’inverno. Alla nevicata di Santo Stefano, di circa 130 centimetri, si sono sommati circa altri 170 centimetri del 31 gennaio.
La vigna è completamente scomparsa sotto la coltre nevosa, e solo una gibbosità superficiale
del manto ricorda che la sotto c’è un vigneto. A parte i danni alle strutture - che sto constatando in
questi giorni - la situazione è estremamente favorevole per le piante di vite, protette dalla neve che le
conserva ad una temperatura ideale di poco inferiore allo zero termico, quasi nelle stesse condizioni
delle celle di vernalizzazione operanti presso i vivaisti.
Come considerate “Vigna 1350”?
Una piccola esperienza in montagna in un momento favorevole per la qualità.
In che senso?
Questo esperimento è una provocazione nei riguardi degli ampezzani che non vedono il territorio
gestito anche dal punto di vista agricolo-ambientale. Voglio sottolineare che il bosco rispetto al passato è sceso e questo non è naturale. Ed è normale che molti alberi siano ammalati; un tempo si coltivava anche a Mandres. A mio parere Giorgio Meneguto, affermando che il territorio è gestibile dal punto di vista agricolo, ha anticipato i tempi.
Oltre alla Deputazione regoliera a chi avete fatto assaggiare il vostro vino?
Al Cortina wine club, l’associazione che ha lo scopo di unire enoappassionati per diffondere con
seminari e degustazioni la conoscenza di vini unici al mondo provenienti da luoghi estremi
e frutto in molti casi di ricerche e sperimentazioni destinate a fornire nuovi strumenti alla viticultura. L’idea è stata pensata da Maria Pia Montanari, Gianluca Bisol e il sottoscritto
e il 28 dicembre, a casa Montanari, il club ha avuto il suo battesimo.
Cortina wine club sarà presente, con degustazioni, a Vinitaly, dal 6 al 9 aprile.
Tornando a “Vigna 1350”, avete dei progetti per il futuro?
Il vigneto è diviso in quattro parti e abbiamo 1000 metri a testa per l’autoconsumo. C’è il progetto di
ampliarlo attraverso la partnership di Gianluca Bisol. Un vigneto di due ettari non è impossibile, ma
è impegnativo, richiede un investimento di 70mila euro e un affitto non più biennale, ma di 15 anni.
A Cortina non resta, quindi, che aspettare una decina di anni per alzare i calici pubblicamente, magari in centro, in Conchiglia!
Feliciana Mariotti
© il Notiziario di Cortina