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UNO STUDIO DELLA FRANA DI ACQUABONA DELLA FINE DEGLI ANNI SESSANTA

01 Agosto 2015
Feliciana Mariotti
Archivio 2015
TESTO DI FELICIANA MARIOTTI A proposito delle preoccupazione per la frana, s’intitola “Movimenti franosi nella zona di Acquabona (Cortina d’Ampezzo)” il lavoro che i geologi Giovannangelo Mariotti e Renato Fiori fecero alla fine degli anni sessanta per il Comune di Cortina d’Ampezzo. L’area interessata dalla relazione era quella sud-est posta alle pendici di Croda Rotta, Punta Nera e Forcella Sora la Cengia del Banco. Foto feliciana Mariotti (www.ilnotiziariodicortina.com) Già allora veniva studiata la zona dal punto di vista geologico in quanto tutto il versante compreso tra la base delle rocce e la Strada Statale n. 51 di Alemagna era ricoperta, così si legge nella relazione, da una spessa coltre detritica interessata da vari fenomeni franosi. I due geologi scrivevano: “La sottostante Statale d’Alemagna, che nel tratto preso in esame (km 98, km 98.500) corre a mezza costa sulla sinistra orografica della Valle del Boite con andamento circa parallelo alle curve di livello, è, col passar del tempo, sempre in maggior pericolo. Il fianco della Valle, che mostra una pendenza accentuata sino a quota 1.350, durante la Prima guerra mondiale, è stato disboscato nel tratto compreso tra Cortina e San Vito di Cadore; il pendio aveva raggiunto l’angolo di riposo. Tale situazione è stata poi compromessa dal continuo apporto di materiali dovuti alla frantumazione delle sovrastanti masse rocciose, causata dal gelo e disgelo e per il loro successivo trasporto a valle operato dalle acque dilavanti e dalla gravità. Le condizioni attuali - continuano i due geologi - sono preoccupanti perché l’equilibrio è instabilissimo e bastano lievi modificazioni fisiche per comprometterlo”. Mariotti e Fiori sottolineavano la necessità di: 1) creare uno sfogo artificiale per lo smaltimento delle acque (canale che partendo da quota 1.300 avrebbe dovuto tagliare la frana nella sua parte centrale); 2) diminuire la possibilità di movimento delle masse incoerenti(messa in posa di gabbionate di lunghezza e larghezza da definirsi); 3) ricostruire la vegetazione con un’adeguata opera di rimboschimento. Invitavano inoltre a sistemare, a titolo preventivo, l’area posta a 300 metri più a sud, quella che ha interessato l'ultima colata di detriti. Lo studio era fornito di un’ampia documentazione fotografica con rilievi, profili e schizzi che mettono in evidenza l'attuazione delle previsioni.  

© il Notiziario di Cortina

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