LA FESTA DEGLI ALBERI
27 Luglio 2016
Feliciana Mariotti
Archivio 2016
RUBRICA A CURA DELL'ULD'A
Di alcune ricorrenze si perde la memoria, altre sono così importanti che non si possono non festeggiare. Quella che vi racconto oggi è una ricorrenza nata da un obbligo, diventata una piacevole consuetudine e trasformata in questi ultimi anni in una festa che ha perso lo scopo principale per diventare qualcosa di meno pratico ma più profondo. Il bosco che ci circonda è stato ed è tutt’ora fonte di reddito per la comunità. La cura del territorio e la vendita del legname garantiscono da un lato il controllo e il mantenimento della natura che ci circonda e dall’altro un ricavo importante. Insomma un circolo virtuoso che si auto-sostiene. La Festa degli alberi è nata, come dicevo, da un obbligo. Nel 1887 un accordo siglato tra le Regole e il Comune assegnava a quest’ultimo la proprietà del suolo. Di conseguenza lo stato austriaco, attraverso il Ministero dell’Istruzione decise che era importante far conoscere agli scolari l’importanza del bosco istituendo anche nel territorio ampezzano una festa ad hoc nel mese di maggio. Così fu almeno fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale. Finita la guerra si contarono i danni e tra questi anche quelli dovuti al disboscamento. Almeno fino alla fine degli anni ’20, lo Stato assieme a Provincia e Comune si occupò di una colossale opera di rimboschimento e di sistemazione del territorio devastato dalla guerra. L’avvento del Fascismo fece rinascere questa festa. Una delle prime si tenne a Fiames. Lì sorgeva il primo cimitero militare poi trasferito. Oggi quella zona, chiaramente visibile dalla strada è tutt’ora chiamata “Bosco dell’Impero”. Dopo un’ulteriore parentesi dovuta al Secondo Conflitto Mondiale la festa degli alberi è proseguita fino alla fine degli anni ’90. Assieme agli altri bambini delle scuole elementari in una bella giornata di maggio, prendevamo l’autobus che ci portava in una bella radura. Una guardia forestale, dopo una breve spiegazione, ci mostrava dove dovevamo piantare gli alberi (piccole piantine di abete rosso) in buche già preparate. Dopo aver fatto la nostra buona azione potevamo sederci sul prato a goderci un po’ di sole con un panino e una bibita. Forse per le troppe scolaresche o forse per mancanza di spazio gli arbusti non vengono più interrati. La festa degli alberi è diventata la festa del bosco. Gli scolari non piantano ma imparano a distinguere un pino da un abete e a capire l’importanza di un patrimonio che ci circonda e che rimane fondamentale per l’economia e l’eco-sostenibilità di Cortina. In ogni casa, nascosta in un cassetto, magari sbiadita ed impolverata, c’è una foto di quell’evento.
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