CONFINDUSTRIA BELLUNO DOLOMITI: CORTINA 2021 SUBITO UN NUOVO PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE VENETO, MEGLIO BELLUNESE
09 Aprile 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
Foto Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicortina.com
«Le dimissioni di Riccardo Donadon dalla Presidenza della Fondazione Cortina 2021 rappresenta sicuramente un grave incidente di percorso che va superato in tempi rapidissimi e con soluzioni condivise che rispettino le aspettative del territorio. - afferma Domenico Limana , componente del Consiglio di Presidenza di Confindustria Belluno Dolomiti e coordinatore del tavolo infrastrutture che riunisce tutte le categorie economiche e sindacati -. L'invito è che i rappresentanti politici superino gli interessi di parte per guardare, almeno una volta, al bene delle comunità che rappresentano, non sempre nel migliore dei modi.Da questo punto di vista, le polemiche sui fondi per le aree di confine sono di una strumentalità imbarazzante e irrispettosa soprattutto verso chi ogni girono si sacrifica per garantire occupazione e benessere in questa provincia». «Come abbiamo più volte ribadito – precisa Limana – i Campionati del mondo di sci a Cortina d’Ampezzo sono un’opportunità anche per il potenziamento infrastrutturale della provincia: anche per questo abbiamo attivato un tavolo di confronto con le parti sociali, al fine di presentare una posizione unica e condivisa alla politica.Le dimissioni di Donadon sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Chiediamo che venga sostituito in tempi rapidi, auspicabilmente con un veneto o, meglio ancora, con un bellunese. Non per provincialismo, ma perché serve una persona che abbia un profilo internazionale, ma anche un legame autentico con il territorio. Speriamo che su questo tema la politica non ripeta il triste spettacolo degli ultimi giorni sui fondi per le aree di confine».A questo proposito, il presidente di Ance Belluno (che in Confindustria Belluno ha la delega su questo tema) è molto netto. «Qui non si può parlare di “partiti” – afferma - ma dell’esigenza di questa provincia di rinnovarsi e valorizzarsi, credendo in sé e negli strumenti che altri bellunesi in anni passati hanno ideato e che noi oggi dobbiamo sostenere e gestire nel migliore dei modi. Quando anni fa qualcuno ha capito che era giusto riequilibrare il disagio che la specificità di territori a noi prossimi creava a questa terre, spero avesse a cuore un unico obiettivo: tutelare il bellunese perché questa terra stava morendo. C’è talmente tanto da fare che non saprei nemmeno chi si può permettere oggi di non concentrarsi su come sviluppare i progetti e le risorse di cui possiamo godere. Certo, tutto è migliorabile, ma per farlo ci vogliono idee che devono essere poi concretizzate.Abbiamo dimostrato che con spirito costruttivo e di condivisione si possono avviare iniziative strategiche per tutto il territorio: credo che i progetti per la rigenerazione dei centri di montagna e per la costituzione di un centro per la trasformazione competitiva digitale della provincia siano un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato». (f.m.)
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