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SABATO 18 LUGLIO A PIEVE S'INAUGURA: "VENEZIA IN CADORE 1420 - 2020: 600 ANNI DI DEDIZIONE” IN UNA MOSTRA DOSSIER

16 Luglio 2020
Feliciana Mariotti
Archivio 2020
www.ilnotiziariodicortina.com Nella Casa natale di Tiziano Vecellio, a Pieve di Cadore, viene inaugurata sabato 18 luglio Venezia in Cadore 1420 - 2020, una mostra dossier che ricorda i 600 anni di legame tra il Cadore e la Serenissima.  Accanto a una ricca documentazione che inquadra il rapporto con la Serenissima, si potrà ammirare La dedizione del Cadore a Venezia (1599), dipinto, appena restaurato, realizzato da Cesare Vecellio, noto soprattutto come esperto di costume, una sorta di “stilista ante litteram” e cugino di secondo grado del più celebre Tiziano. L’opera sintetizza le diverse tematiche che la mostra dossier vuole sottoporre ai visitatori, diventando il simbolo della celebrazione dei seicento anni della Dedizione, ancora oggi nel luogo originario, la Sala del Consiglio nel piano nobile del Palazzo della Magnifica Comunità. Il dipinto è l’immagine allegorica di Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore. Dopo il grande successo ottenuto nel 2019 con "Tiziano. L’enigma dell’autoritratto", anche nel 2020 viene ospitata un'esposizione che si focalizza sulla stessa scia della precedente e crea una stretta relazione tra storia, arte e riflessione territoriale. Le fonti originali, la ricostruzione storica, i simboli e le opere degli artisti che celebrano il patto di fedeltà, che culminano nel dipinto di Cesare Vecellio, restaurato per l’occasione dal laboratorio di Mariangela Mattia di Belluno, assieme ad altre sei opere, allo stemma ligneo settecentesco e al gonfalone, tracciano un percorso storico, artistico, ma anche di riflessione identitaria e territoriale che si snodano lungo sei secoli. Cesare Vecellio: La-dedizione-del-Cadore-a-Venezia - www.ilnotiziariodicortina.com
IL DIPINTO
Il dipinto raffigura in maniera allegorica Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore raffigurato nei panni di una giovane donna che regge lo stemma nell’atto di ricevere il privilegio. L’opera richiede un approccio contestuale, interdisciplinare e iconologico: il legame con la pittura di Stato veneziana, il contributo di altre discipline, come la storia della moda, delle idee e della cultura, il confronto con le fonti letterarie e figurative permette di cogliere la complessa trama di significati e contenuti che le immagini trasmettono.  Cesare Vecellio accoglie i modelli artistici e i significati allegorici del sistema politico e ideologico elaborato da Venezia e li interpreta per soddisfare le esigenze celebrative della comunità cadorina. Il dipinto sigilla il processo di assimilazione e integrazione della classe dirigente cadorina ai modelli della Dominante e mette in scena il riconoscimento (non solo politico e territoriale, ma anche culturale) dell’appartenenza e della fedeltà politica alla Serenissima; è un allineamento al governo veneziano, visto come modello di giustizia e di pace. Il dipinto, assieme a La Vergine con bambino, san Marco e le allegorie della Fede e della Fortezza (Allegoria politica del Cadore) di Marco Vecellio, rappresenta il patrimonio artistico più importante della Magnifica Comunità di Cadore. Il restauro ha riservato anche qualche sorpresa: i particolari ora emergono con maggior chiarezza, come i dettagli di Palazzo Ducale ne La dedizione del Cadore a Venezia, e lo stemma ligneo che negli anni Sessanta era stato dipinto in modo maldestro, è stato riportato all’essenza originale.
 
LA RICORRENZA
La ricorrenza, i 600 anni di dedizione, costituisce anche l’occasione per una riflessione territoriale finalizzata alla salvaguardia della bellezza e all’importanza della cultura. La mostra valorizza il legame secolare tra il Cadore e la Serenissima, che si concretizza il 31 luglio 1420 con la stipula del Privilegio ducale, un meccanismo di integrazione nello stato veneziano nel corso della sua espansione in terraferma.  Il popolo cadorino fu l’ultimo a consegnarsi a Venezia dopo aver chiesto lo scioglimento del vincolo con il Patriarca di Aquileia: con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338 e da quel momento iniziavano oltre tre secoli di rapporti diretti tra il Cadore e la Serenissima che hanno contraddistinto lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338. Gli aspetti storico-artistici trovano la loro descrizione in un volume realizzato ad hoc per l’occasione a cura di Matteo Da Deppo con approfondimenti mirati di Giandomenico Zanderigo Rosolo, Rudi De Sandre, Giorgio Reolon, Letizia Lonzi e Antonio Genova.
 
Un evento, quello in programma nell’estate cadorina, fortemente voluto dalla Magnifica Comunità di Cadore, realizzato in partenariato con il Comune di Pieve di Cadore e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, la consulenza scientifica della Soprintendenza area metropolitana Venezia e province Belluno Padova Treviso, e con il determinante sostegno dalla Regione Veneto, di CortinaBanca e della Fondazione Cariverona.  La mostra rimarrà aperta fino al 28 settembre.
Feliciana Mariotti - www.ilnotiziariodicortina.com

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