Upi. La Provincia lancia l’appello: Risorse, personale, stabilità
«Disfare è operazione per cui serve pochissimo tempo, ricostruire invece richiede anni. Oggi le Province chiedono proprio questo: ricostruire quello che è stato distrutto con anni di populismo e propaganda su tagli e risparmi presunti; quindi chiedono quelle risorse economiche e umane indispensabili per continuare a dare risposte, e darle in maniera sempre più puntuale, ai cittadini e ai territori». Lo ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, intervenuto questa mattina all’assemblea Upi nazionale a Ravenna, in apertura dei lavori, in qualità di vice presidente Upi Veneto, accompagnato dal consigliere provinciale Franco De Bon.
La mattinata assembleare ha visto anche gli interventi del presidente Fvg Massimiliano Fedriga e dei ministri Bianchi, Bonetti e Carfagna, di Matteo Ricci (presidente Ali Autonomie), oltre ad alcuni panel specifici sul ruolo delle Province in Italia. In particolare, sono stati fatti alcuni focus sul futuro delle Province, partendo dai temi delle risorse finanziarie, della riforma del Testo unico enti locali (che dovrebbe prevedere una stabilizzazione delle Province uscite dalla legge Delrio), e delle funzioni fondamentali, che oggi lasciano agli enti di area vasta competenza piena su gestione delle strade e dell’edilizia scolastica. Proprio sulle scuole, il presidente Padrin ha portato all’attenzione dell’assemblea e del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi la proposta bellunese di sperimentare nuovi convitti d’area, a servizio soprattutto delle aree montane. «Il Pnrr ci offre la grande opportunità di rimodernare scuole vetuste e di creare luoghi sicuri e accoglienti per i nostri ragazzi. Ma senza il personale - insegnanti, Ata ed educatori - rischiamo di creare contenitori vuoti» ha sottolineato il presidente Padrin. «L’idea di convitti d’area, a servizio di più istituti scolastici, è una necessità per la montagna, e ci proponiamo di sperimentarla. Ma sono convinto sia un’opportunità anche per le altre aree del Paese. Si tratta di una proposta in linea con le esigenze dei cittadini, e in particolare dei giovani e delle famiglie».
«Sono questi i servizi che ci si attende dalle Province e proprio per questo dobbiamo passare dalla fase di sopravvivenza alla fase di rilancio degli enti di area vasta» ha sottolineato il presidente Padrin. «È dimostrato che i nostri enti non sono centri di spreco, come la corrente in voga ha voluto far credere anni fa, ma rappresentano efficacia e risparmio, in quanto coordinamento e “casa” dei Comuni.
Quindi si diano gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi. Anche attraverso un riordino delle funzioni da parte delle Regioni, atteso da troppo tempo, come hanno sottolineato tutti gli intervenuti.
Nella revisione tanto attesa del Tuel, aspettiamo e auspichiamo quel rafforzamento del rapporto di filiera corta tra Regioni e Province, con le prime addette alla regia di pianificazione, programmazione e controllo di gestione, e le seconde nel ruolo di braccio operativo sui territori, specialmente in quelle funzioni definite strategiche dalla riforma».
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