Skip to main content

A CortinainCroda: la passione per la montagna

21 Luglio 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
  [Simone Pedeferri (zoomfotocortina PH Toni) C'è una linea sottile, ma molto importante che lega l'alpinista-artista Simone Pedeferri al fotografo Alberto Bregani, al cineasta d'altri tempi e direttore del Coro Cortina Giancarlo Bregani, al giornalista, scrittore e pittore Dino Buzzati e al fotografo ampezzano Rinaldo Constantini. Questa linea è la passione per la montagna e l'immagine che si tramanda ai posteri. Due elementi fondamentali che hanno caratterizzato l'appuntamento di CortinainCroda di venerdì sera. L'attenzione è stata focalizzata sulla verticalità senza limiti, dove i colori, le immagini e i ricordi hanno reso unica la serata. Con un'umiltà imbarazzante Pedeferri, che è uno degli alpinisti più forti al modo, ha raccontato le sue imprese. "Per me la cosa più importante - ha detto, - non è il risultato, non è sempre la vetta che si raggiunge, ma la strada che si percorre, la via, la linea sulla quale ti puoi esprimere in maniera completa. Questo insegnamento l'ho ricevuto dagli alpinisti del passato. Per me è fondamentale la condivisione con gli amici delle emozioni che un'impresa alpinistica ti dà. Da giovane ho scalato anche libero, senza protezioni, ma mi mancava la condivisione, le sensazioni ed i ricordi da vivere insieme agli altri. Tra le imprese più emozionanti ci sono sicuramente i viaggi in Patagonia e in Groenlandia. Quest'ultimo è stata un'avventura stupenda. Siamo stati in quattro per 23 giorni ad arrampicare vette stupende. Lì c'è il sole 24 ore al giorno e potevamo attaccare una salita anche alle due di notte. Abbiamo vissuto sensazioni incredibili, soli, ma insieme. In Patagonia nell'ultima avventura, la quarta che faccio, abbiamo avuto il tempo di divertirci”. La natura che permette di andare oltre, dove l'alpinismo appare (sono parole di Pedeferri) non uno sport, ma una via per aprire e far conoscere mondi nuovi, variegati colori della vita, dove l'uomo, a volte, appare nudo davanti alla natura, dove l'arte di Simone diventa contaminazione di persone e mondi diversi. Si scopre la montagna anche attraverso l'immagine data dal fotografo Alberto Bregani nelle sue Dolomiti di Brenta in bianco e nero, dove lo scatto coglie l'attimo per poi lasciarlo in mano all'eternità, permettendo ai posteri di verificarne i cambiamenti. Ma è anche l'immagine di una natura, tuttora esistente, incontaminata, grazie alla mente umana che ha evitato lo scempio e una costruzione massiccia. La passione della montagna si riflette nell'operato di tre persone scomparse: Giancarlo Bregani, Dino Buzzati e Rinaldo Constantini. Bregani fu colui che, nel 1967, con "Rapsodia" dedicata alle Dolomiti, gettò uno sguardo ai cavalieri della Montagna, così definiva gli storici alpinisti, che hanno dato un apporto fondamentale alla vita delle nostre valli e tutta la poesia che si sentiva nella descrizione della montagna di un giovanissimo Buzzati, che già lasciava intravvedere le sue magiche doti di giornalista e scrittore d'altri tempi. “Ogni volta che ho aperto una finestra sul mondo di mio padre collegato alla Montagna è sempre stata una scoperta -, ha detto Bregani, - ciò che ho visto attraverso ogni sua forma di espressione, che fosse letteratura, poesia, musica, fotografia, cinematografia, mi ha sempre lasciato tutt’altro che indifferente”. Giancarlo Bregani fu direttore del Coro Cortina per oltre due decenni. E venerdì un emozionato Gianfranco Da Rin insieme a Paride Pavanello e Luciano Bernardi, soci fondatori del Coro Cortina, hanno voluto omaggiare il figlio con l'ultimo cd. Le cime con i giochi di luce e le immagini, rese eterne, di Brigitte Bardot, Ingrid Bergman e Mike Bongiorno, frequentatori della Regina delle Dolomiti in un periodo in cui la nostra località era considerata una delle più rinomate stazioni turistiche d'Italia e non solo sono esempi visibili dell'operato di Rinaldo Constantini, un fotografo e cineasta ampezzano che cercò di varcare i confini di Cinecittà. La passione della montagna è anche viaggio e arricchimento mentale, attraverso le parole del librario magico Marco Ghedina Tomasc, che ha portato i presenti verso la Patagonia, un mondo frequentato sempre più dalla gente, ma reso eterno dalle tantissime pubblicazioni.

© il Notiziario di Cortina

CONDIVIDI