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Un libro: La Flora rupestre delle Dolomiti Ladine di Dino Dibona

02 Agosto 2012
Feliciana Mariotti
Archivio 2012
  E' uscito il volume: “La Flora rupestre delle Dolomiti Ladine” di Dino Dibona, (Cierre Edizioni e la Cooperativa di Cortina). In circa 450 pagine l'autore cerca di avvicinare il lettore all'apprezzamento della bellezza delle montagne in generale e della flora rupestre delle Dolomiti Ladine in particolare. E' un testo fondamentale non solo per chi ama la flora di per sé, ma anche per chi percorre i sentieri di montagna e passa vicino alle pareti rocciose. Lo stesso Dino Dibona afferma nell'introduzione all'opera: “Agli amanti del bello e della montagna, a chi ha compreso che la ricerca e la scoperta dei fiori delle rupi dolomitiche(...) non ha mai fine, sempre prodiga di sorprese e di appaganti soddisfazioni, a chi vuole apprendere e approfondire i segreti della flora alpina, a loro, a questi lettori speciali è dedicato questo libro, frutto di una lunga frequentazione della montagna con spirito di chi in montagna è nato e vissuto e per la montagna ha sempre avuto ammirazione e rispetto”. Ogni scheda riporta la fotografia della pianta e del fiore come l'autore li ha visti, una classificazione dettagliata, il nome scientifico della pianta che porta il fiore, una descrizione, l'etimologia, particolarità, l'eventuale proprietà medicinale riconosciuta o l'utilizzo nella cucina popolare. L'autore racconta inoltre che “i fiori della specie rupestre sono tra le prede più ambite della caccia fotografica, specialmente le specie endemiche, quelle più appariscenti o collocate in posizioni difficili da raggiungere, le specie rare e rarissime...”. Quindi non rimane che conoscerle a fondo e andarle a fotografare per scoprire magari che esistono fiori con più di otto petali, come il sempervivum montanum, o fiori grandi orciolati come il physoplexis comosa a noi noto come il raponzolo chiomoso. Una cosa è certa: chi va per sentieri, ferrate e vie alpinistiche può trovare piante e fiori che sembrano uscire dalla viva roccia e rimanere abbagliati dalla loro bellezza e dalla resistenza in quanto le aree sono di non facile ambientazione.  

Feliciana Mariotti

 

© il Notiziario di Cortina

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