LA STORIA DEI LAGHI GHEDINA
27 Marzo 2013
Feliciana Mariotti
Archivio 2013
(f.m.) Rosa Ida, glia di Angelo Ghedina Tomasc (uno dei tre pittori) e di Maria Anna Dimaj, sposò Annibale Verzi ( figlio unico di Beppino), capitano degli Schuetzen. La famiglia aveva il Croce Bianca e Rosa portò in dote i Laghi Ghedina. In origine i laghi erano due uno sopra, vicino alla piccola Baita, e uno, più piccolo, sotto. La coppia comprò l’albergo Des Alpes, ove ora si trova l’Istituto Codivilla. Fu un matrimonio felice, dalla loro unione nacquero: Dino, Beppino (Giuseppe), Ivo, Vito e Aldo, che furono battezzati nella cappella di Chiave. Annibale, dopo la guerra, morì e Rosa scappò, a Firenze, con i cinque figli, che poi mise in collegio. D’estate Elsa e Ivo vivevano ai Laghi Ghedina, Beppino prendeva la Ballila e portava lassù i piccoli. Alla morte di Rosa, nel 1955, Ivo e Beppino decisero di vendere la baita a Maria Dadiè, una donna, considerata dalla gente d’Ampezzo, “stramba”. Molti ricordano che Maria viveva lassù, da sola, con un cane lupo. E la gioventù andava spesso ai laghi per divertirsi. Maria Dadié decise di vendere la struttura, così com’era, ad Alberico Zardini. Zardini l’ha ristrutturata e solo da pochi anni è riuscito a comprare, dai Verzi, anche i Laghi. Per la ricostruzione della storia del posto, che in origine aveva un altro nome, si ringraziano Paola Verzi, la cui nonna era Rosa Ida, Alberico Zardini, attuale proprietario del Lago Ghedina, e, per alcune notizie su Rosa Ida, Renato Ghedina Basilio, autore di Ghedina e Ghedini - due famiglie d’Ampezzo (storia e genealogia dal 1300 al 2000), pubblicazione uscita nell’aprile del 2004.
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