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UN'IMPORTANTE SCOPERTA DI PAOLO FEDELE SUI LASTOI DI FORMIN

03 Febbraio 2014
Feliciana Mariotti
Archivio 2014
Paolo Fedele nella zona del ritrovamento (www.ilnotiziariodicortina.com) (f.m.) Nell'estate 2012 nell'area sottostante ai Lastoi di Formin, tra Passo Giau e la conca di Mondeval nel Comune di San Vito di Cadore, è stato rinvenuto, dall'appassionato di montagna e di paleontologia Paolo Fedele, un frammento di cuspide di selce verde con ritocco coprente. Il ritrovamento in superficie è stato casuale e il reperto si trovava all'interno di una piccola struttura circolare in pietre a secco, molto degradata, adiacente a strutture simili. Fedele ha segnalato la scoperta e mostrato il frammento al gruppo di ricerca del Laboratorio “B. Bagolini” dell’Università di Trento, che, con l’Università di Ferrara e in collaborazione con il Comune di San Vito di Cadore e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, conduce campagne di ricognizione e analisi archeologiche nei territori d’alta quota del medio Cadore. Questo gruppo ha effettuato un sopralluogo nell’ottobre 2012. IIl frammento di cuspide in selce verde con ritocco coprente (www.ilnotiziariodicortina.com) Da un primo esame si evince che il frammento «costituisce - secondo quanto affermato dai ricercatori - la parte distale di una cuspide foliata in selce verde, di ottima qualità, riferibile alla formazione di Livinallongo. Lo studio del tipo di materia e della lavorazione hanno conferito all’oggetto un valore simbolico e funzionale da relazionare anche con il sito di ritrovamento: i Lastoi de Formin, un massiccio roccioso la cui parte superiore è una vasta pietraia nuda. Tale contesto - ribadiscono i ricercatori - pone dei quesiti sulle ragioni della frequentazione preistorica di una zona oggi improduttiva di alta montagna o sulla possibilità che le caratteristiche di tale area siano mutate nel corso dell’Oleocene. Il frammento rinvenuto rimanda alla tradizione tardo-neolitica o eneolotica. La presenza di uno strumento litico neo-eneolitico in un’area d’alta quota dominante la conca di Mondeval acquista maggior rilievo se considerata insieme ad analoghi rinvenimenti in contesti molto simili nella stessa zona». Ecco il frammento nel punto esatto del ritrovamento (www.ilnotiziariodicortina.com) Si pensi ad esempio al foliato in selce bruna, di epoca neo-eneolitica, rinvenuto a due decine di metri dalla vetta del Monte Cernera (Selva di Cadore) a metri 2.657. I due ritrovamenti sono simili per contesto di ritrovamento, tipologia e cronologia dell’oggetto. Secondo i ricercatori il rinvenimento di questi oggetti apre nuove prospettive e pone nuovi quesiti sulle nostre origini. Il ritrovamento di Paolo Fedele è stato mostrato nella XLVIII Riunione Scientifica “Preistoria e Protostoria del Veneto”, tenutasi a Padova dal 5 al 9 novembre 2013.

© il Notiziario di Cortina

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