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Carta Cortina e ambiente: il parere del presidente degli impianti a fune Enrico Ghezze

03 Febbraio 2017
Feliciana Mariotti
Archivio 2017
Enrico Ghezze (www.ilnotiziariodicortina.com)
www.ilnotiziariodicortina.com
Il meccanismo usa un sistema e una meccanica uguale a quella precedente, solo che le temperature rigide di quest’anno (ad esempio al Faloria si è arrivati a toccare i - 20° C) hanno permesso di sprecare energia 5 volte in meno rispetto all’anno scorso. Acqua, aria ed energia elettrica sono stati il giusto mix per l’innevamento. Credo che sia splendido per la Conca ampezzana che la Carta di Cortina abbia avuto una grande risonanza nel nostro Paese e che vari Comuni d’Italia (anche quelli delle località balneari come Milano Marittima, Cesenatico e le Isole Eolie) abbiano chiesto di copiare il nostro modello che non è stato ancora lanciato. Da Belluno in giù pensano ancora che facciamo l’innevamento programmato con l’ammoniaca, ma non sanno che l'ultima volta che hanno usato il composto di azoto risale alle Olimpiadi di Torino 2006 per la pista da Bob e hanno avuto poi problemi per lo smaltimento. Presto, dopo tutti gli studi compiuti, conosceremo i risultati del lavoro svolto da Enea e verrà steso il documento che verrà copiato da varie località d’Italia. Abbiamo visto che l’innevamento programmato è stato fondamentale per la Coppa del Mondo, ma lo è anche per altre zone alpine". In conclusione Ghezze spiega il fondamentale ruolo dei bacini, necessario non solo per l’innevamento programmato, quando ci sono scarse precipitazioni come è accaduto finora, ma anche per il lavoro antincendio svolto dai Vigili del Fuoco.
"Cortina fortunatamente sta utilizzando i bacini, che si riempiono d’estate in modo tale che durante l’inverno, se l’acqua scarseggia, non si utilizzano le falde. Esistono tre bacini: in cima all’Olympia, in Val Padeon e, quello realizzato due anni fa, a Pié Tofana. Ora è in fase di presentazione il progetto in Faloria a Pian de ra Bigontina ed è in fase di studio (la progettazione verrà fatta quest’anno) a Cinque Torri. Dopo l’approvazione si passerà alla realizzazione utilizzando una parte dei contributi regionali".
Infine si pensa agli impianti che si dovrebbero realizzare nella zona di Cinque Torri con i Fondi Brancher e non si sa nulla a proposito della variante urbanistica. Il rischio più grande è quello di perdere i contributi e gli impiantisti sono molto preoccupati.
Feliciana Mariotti
Pubblicato su "Il Notiziario di Cortina n. 9 del 30 gennaio 2017
Pubblicazione riservata

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