La frana di Perarolo sorvegliata speciale
La frana della Busa del Cristo a Perarolo di Cadore, nel Bellunese, continua a registrare una condizione di stabilità, intesa come assenza di accelerazioni o recrudescenze.
La frana è oggetto di un continuo monitoraggio in cui sono previsti anche sopralluoghi con cadenza regolare, in modo da prendere atto della condizione morfologica del sito.
Foto di repertorio
“La frana ha registrato, nel bimestre di marzo-aprile, una notevole diminuzione di velocità (probabilmente complici anche le scarse precipitazioni) stimabile intorno al 36% rispetto al bimestre precedente – ha spiegato l’Assessore al Dissesto Idrogeologico della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin –. Questo risultato è anche il frutto della scelta che si fece un anno fa di far esplodere una parte del corpo di frana. Successivamente a quell’intervento è stato possibile, infatti, toccare con mano i benefici: l’attività di rimodellazione con esplosivo ha sortito l’effetto voluto e cioè quello di riportare il contour degli spostamenti a un andamento noto che continua a registrare un calo di velocità della frana stessa”. I costanti controlli evidenziano come la pioggia caduta non abbia comportato decisi incrementi di velocità e recrudescenze, ma al contrario si sono registrate velocità più o meno costanti durante tutto il periodo.
Gran parte del versante si è stabilizzato alla velocità media di circa 1.2 millimetri giornalieri. Una porzione più instabile, a valle della berlinese, si muove mediamente con velocità di circa 1.8 mm giornalieri: proprio in quest’area verranno posizionate delle mire per tenere sotto controllo l’evoluzione dell’attività. L’attenzione e il monitoraggio interessa, in particolare, anche la porzione centrale della frana che risulta attiva, dove è possibile aspettarsi una forte evoluzione, nei prossimi mesi, a seguito degli stimoli pluviometrici.
“Come Regione teniamo alta la guardia – ha ricordato l’Assessore regionale – continueremo ad agire con interventi efficaci e necessari per la salvaguardia del territorio e la sicurezza della popolazione, come è stato fatto negli anni scorsi, ancor prima del periodo Covid. Poi, a partire dagli ultimi mesi dell’anno 2020 e a seguire per tutto il 2021, sono stati eseguiti interventi strutturali nelle aree di competenza di RFI, i cui effetti (come impone la normativa) sono verificati nel tempo per le influenze dei cinematismi sull’intero corpo di frana. A breve, appena completate le procedure di gara, tramite il nostro braccio operativo di Veneto Strade opereremo per consolidare l'argine in destra Boite a tutela degli abitati e il piede di frana in sinistra con diversi drenaggi, superficiali e non, e consolidamenti ulteriori con tiranti. Tra i lavori in programma abbiamo inoltre anche quelli a cura del Genio Civile per il consolidamento di tre briglie sifonate sul Boite, in confluenza col Piave a monte del paese”. “Rammento, infine, - ha detto l’Assessore – che proprio uno studio redatto con l’Università di Padova ha confermato che sono di molto ridimensionati i rischi di fenomeni di dam break in caso di frana, ovvero cedimenti della massa franata con conseguente onda di piena, anche se potrebbero essere ancora possibili scenari di allagamento”.
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