Pieve di Cadore con una mostra ricorda "La Battaglia di Cadore"
Sabato 10 luglio 2021 nella Casa natale di Tiziano Vecellio, a Pieve di Cadore (Belluno), è stata inaugurata l’esposizione “La Battaglia di Cadore. Storia, contesti, copie da Tiziano”; un racconto che si sviluppa attorno al dipinto “Battaglia” (metà del XVI secolo), attribuito al veneziano Leonardo Corona o a un pittore di scuola veneta. La mostra dossier approfondisce la storia e l’identità del territorio attraverso l’arte e il richiamo di uno dei suoi più celebri artisti, Tiziano Vecellio. All'inaugurazione erano presenti, insieme ad altre autorità, Giuseppe Casagrande sindaco di Pieve di Cadore il direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore Matteo Da Deppo e la storica dell’arte e consulente scientifica della Magnifica Comunità di Cadore Letizia Lonzi.
Nell'immagine "La Battaglia di Cadore" esposto a Pieve di Cadore
Nell'immagine: Matteo Da Deppo direttore dei Musei della Magnifica Comunità di Cadore, Letizia Lonzi la storica dell’arte e consulente scientifica della Magnifica Comunità di Cadore e il sindaco di Pieve di Cadore Giuseppe Casagrande.
L’esposizione ripercorre un’importante pagina di storia del Cadore, scritta cinque secoli fa, partendo dal dipinto attribuito a Leonardo Corona, ottenuto in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze: si tratta una delle rare copie coeve del dipinto realizzato dal celebre pittore cadorino e andato distrutto durante il rogo che investì il Palazzo Ducale a Venezia nel 1577. Una piccola sezione con dipinti di autori del Novecento è inoltre ospitata nel Palazzo Municipale di Valle di Cadore.
L’iniziativa è un tributo ai 1600 anni di Venezia, con la quale il Cadore sancì il proprio legame attraverso la Dedizione nel 1420.
LA PAGINA DI STORIA
L’attività espositiva dell’estate 2021 si inserisce nelle celebrazioni nazionali promosse per i 1600 anni dalla fondazione della città di Venezia dando, al contempo, continuità all’attività di analisi, studio e promozione dei secolari rapporti tra il Cadore e la Serenissima Repubblica, tematica approfondita negli ultimi anni e al centro del dibattito storico locale.
A cinquecento anni dalla disputa di una delle battaglie più importanti della storia moderna, che cambiò le sorti e i giochi di potere nello scenario europeo, si ricorda lo scontro che avvenne proprio in Cadore, il 2 marzo 1508, nei dintorni di Valle di Cadore, nella località detta di Rusecco, e che vide contrapporsi l’armata imperiale di Massimiliano I e l’armata veneziana capitanata dal celebre condottiero Bartolomeo D’Alviano; si tratta di un episodio noto alla storia militare e politica dell’Europa all’avvio del Cinquecento, e già Macchiavelli e Guicciardini ne colsero l’importanza.
IL DIPINTO DI TIZIANO
Nell'Immagine: Leonardo Corona, dettaglio della "Battaglia di Cadore"
Fin dal 1513 Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore, si offrì di eseguire, un telero avente per soggetto la raffigurazione della Battaglia, destinato alla Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia, avendo bene in mente la Battaglia di Anghiari di Leonardo e la Battaglia di Cascina di Michelangelo. La consegna non avvenne però prima dell’agosto 1538 e l’opera ebbe vita breve poiché andò bruciata nell’incendio del 1577.
Per capire l’aspetto dell’opera oggi ci si deve affidare ai disegni preparatori, stampe, un disegno successivo di Rubens, la copia pittorica coeva (olio su tela) di Leonardo Corona.
Nel 600 la Battaglia di Cadore arrivò a Palazzo Pitti nel Seicento grazie al Cardinal Leopoldo de’ Medici, e ha lasciato Firenze negli ultimi decenni solo per poche mostre, a Venezia, Pordenone e in Giappone. Il soggetto raffigurato nella scena non è stato identificato in maniera definitiva, ma secondo Carlo Ridolfi, noto per aver scritto una raccolta di biografie di pittori veneti e per il volume Le Maraviglie (1648), rappresenta la Battaglia di Cadore (1508) nella quale i Veneziani capitanati da Bartolomeo d'Alviano sconfissero l'esercito imperiale comandato da Massimiliano I d'Asburgo. I critici, dall'Ottocento ad oggi, hanno tentato, attraverso l'identificazione araldica delle bandiere, di stabilire a quale battaglia si riferisca il dipinto, ma nonostante le varie ipotesi ancora nessuno è giunto ad una definizione certa.
Orari della mostra che rimarrà aperta sino al 19 settembre: 9.30 – 12.30; 15.00 – 18.00
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