Questa sera si inaugura la mostra di Déodat de Dolomieu
S'intitola Déodat de Dolomieu. Curiosando tra i taccuini di viaggio e nella vita avventurosa del padre delle Dolomiti l’esposizione che si inaugura oggi 3 agosto alle ore 18.00 (su invito) e che si potrà visitare dal 4 agosto al 10 ottobre, presso il Museo Paleontologico “Rinaldo Zardini” di Cortina d'Ampezzo. La mostra, promossa dalla Fondazione Giovanni Angelini - Centro Studi sulla Montagna di Belluno e dalla Fondazione Maria Giussani Bernasconi di Varese, in collaborazione con le Regole e il Comune di Cortina d’Ampezzo, col patrocinio della Fondazione Dolomiti UNESCO e il sostegno di CortinaBanca, della sezione locale del CAI e della Cooperativa di Cortina, è dedicata a Luigi Zanzi (1938-2015), profondo studioso di Dolomieu nella storia della scienza e nella storia delle Alpi. La mostra intende far riscoprire la personalità scientifica e umana di Dolomieu.
Cadetto di una famiglia dell’alta nobiltà francese, Déodat de Dolomieu (1750-1801), cavaliere di Malta, geologo e filosofo, è uno dei più grandi scienziati-alpinisti del Settecento, con una vita incredibilmente avventurosa, interrotta dalla prigionia “di stato” per ordine della Regina di Napoli e dalla morte precoce al termine di un viaggio nelle Alpi: l’ultimo dei molti viaggi che l’esposizione ricostruisce sulla scorta dei suoi “ritrovati “taccuini presso l’Accademia delle Scienze di Parigi. Particolare attenzione è dedicata al viaggio del 1789 nel Tirolo e nelle Alpi Venete. Viaggio che portò Dolomieu a studiare e identificare il minerale detto “dolomite”, scoperta che lo rese celebre legando il suo nome a un intero gruppo montuoso: le Dolomiti.
Personaggio a metà tra Don Chisciotte e Cyrano de Bergerac, Dolomieu sfuggì nove volte alla morte, tra agguati e incidenti, duelli e naufragi. Gentiluomo brillante alle corti d’Europa e pioniere della geologia la cui figura è ancora in gran parte da scoprire, la sua vita inimitabile è un lungo viaggio senza sosta; curioso della natura del mondo, viaggiando in mare sui navigli dell’Ordine di Malta, a cavallo lungo le pianure, o a piedi, dormendo sotto le stelle, su impervi sentieri alpestri dove nessuno al suo tempo si era ancora spinto, Dolomieu può essere considerato uno scienziato-alpinista.
I documenti inediti in mostra ripercorrono questo viaggio, con il fascino intatto di un uomo che più di ogni altro ha fatto della scienza un’avventura.
La mostra a Cortina d'Ampezzo presenta, con un arredo che cita le “Torri Dolomitiche”, un ricco corredo iconografico di documenti originali, taccuini di viaggio, ritratti, stampe e antiche carte geografiche e l’esposizione di un prezioso manoscritto autografo di Dolomieu sul viaggio nelle Dolomiti accompagnato da significativi campioni di dolomia.
A Corredo della mostra è stato dato alle stampe un volume-catalogo, curato da Paolo Zanzi e tra le edizioni della Fondazione Angelini, che riproduce il percorso espositivo evidenziandone le “citazioni”: una sorta di confessione-racconto autografo di Dolomieu. Raccoglie testi di Luigi Zanzi e testi inediti dello storico Enrico Rizzi e del geologo Guido Roghi, che valorizzano a tutto tondo le più recenti acquisizioni storiche intorno al “genio” di Dolomieu.
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