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Mobilità Passi Dolomitici: preoccupazioni e risposta immediata da Belluno

09 Giugno 2021
Feliciana Mariotti
Attualità

passi dolomiticiLE PREOCCUPAZIONI

Domenica 6 giugno il presidente per la salvaguardia dei Passi Dolomitici Osvaldo Finazzer ha espresso le sue preoccupazioni sulle recenti novità, apprese dai quotidiani e formulate dalle Province di Bolzano, Trento e Belluno, compresa la Regione Veneto e i Comuni di Canazei, Selva, Corvara e Livinallongo di Col di Lana.

Entrando nel dettaglio, Finazzer ha ricordato che nel 2018 il Comune di Canazei, all’unanimità del Consiglio, in presenza dell’attuale sindaco Giovanni Bernard, ha approvato la relazione sulla mobilità sui Passi Dolomitici, frutto di un lavoro studiato nei dettagli per un anno e mezzo. Dal “Protocollo d’intesa” - sostiene Finazzer - si evince la presenza di un importante documento “riservato” da non divulgare. Grazie a uno stimato quotidiano si è riusciti a risalire al PMSPiano di Mobilità Sostenibile dei Passi Dolomitici. In pratica avrebbero deciso il futuro delle Valli dolomitiche e dei Passi del Sellaronda senza un confronto con chi opera nelle Valli e chi vive e fa vivere i Passi. 

Per Finazzer: Non saranno certamente i 4 Passi Dolomitici del Sellaronda a salvare il mondo dai cambiamenti climatici, dal traffico e dalle emissioni di CO2. Il problema è esagerato. Inoltre  l’Eurac ha dichiarato che l’inquinamento, causato dal traffico, è sotto i limiti di legge consentiti e ha dimostrato che l’inquinamento da traffico è maggiore nei fondovalle. 

In pochissimi anni - dice Finazzer - avremo le automobili elettriche e quindi il problema del rumore e dell'inquinamento dagli scarichi degli autoveicoli svanirà da solo. Siamo tutti d'accordo se si autorizzasse il transito sui Passi Dolomitici del Sellaronda solo con automobili elettriche... Da qui la proposta di rendere tutte la valli libere da veicoli a motore diesel e benzina e trasformiamo il problema in un'operazione  di rispetto dell’ambiente oltre che di marketing territoriale. I 4 Passi Dolomitici del Sellaronda non sono il capro espiatorio dell’Action Plan. Non possiamo condividere il “Piano” sconsiderato di creare parcheggi fuori dai centri abitati per ridurre il traffico dei turisti itineranti e di bloccare solamente i 4 Passi con grave danno all'economia delle stesse valli che saranno costrette a perdere la propria identità e che dipendono dall’interscambio di turisti all’interno della Regione Dolomitica. Non si può nemmeno pensare di ridurre il traffico dei residenti con il servizio di trasporto pubblico visto che rappresenta la metà del flusso di traffico.

In futuro - continua Finazzer - sarà possibile e auspicabile sviluppare la bicicletta e la mountain-bike se ci sarà la pista ciclabile, ma oggi questi mezzi non possono sostituire l'automobile privata. Gli impianti a fune offrono un servizio di accesso  a una grandissima parte di turisti che vogliono raggiungere le vette, ma non possono sostituirsi alle automobili perché nessuno degli impianti esistenti raggiunge i Passi e tantomeno può sostituirsi all’attuale servizio TPL che ha tempi eterni ed è puzzolente. Se si agisce per limitare la mobilità sulle strade si riduce di conseguenza la clientela nelle valli. La possibilità di collegamento con le valli confinanti è una componente essenziale per la qualità di proposta di ognuna di esse.

Il sovraffollamento stagionale delle Valli Alpine è un fatto che non può essere affrontato con provvedimenti come la sbrigativa chiusura delle strade sui Passi. È un processo che va governato incidendo sulle vere cause di degrado e affollamento delle valli turistiche. Il problema è nel fondovalle, bisogna lavorare sulla qualità del prodotto turistico offerto, sui prezzi, sul posizionamento di mercato. La possibilità di accedere ad un'offerta differenziata a breve distanza all'interno del sistema dolomiti aggiunge proposte e varietà di offerta quindi ricchezza di offerta... La Ricerca EURAC dice al punto 4.2: "I Passi Dolomitici ricoprono un ruolo cruciale nel panorama turistico dolomitico; sono punti di osservazione privilegiati, data la loro posizione, e contemporaneamente consentono la mobilità intervalliva tra differenti destinazioni turistiche".

Questo “Piano” contiene una strategia miope, non riconosce lo sviluppo tecnologico, impone limitazioni alla libertà di circolazione senza una solida e giustificata motivazione di interesse collettivo che la giustifichi, crea ingiustificati danni economici alle aziende esistenti, vuole progressivamente raggiungere la chiusura totale dei Passi durante l’estate ed imporre il pedaggio fuori stagione solo per motivi ideologici. Con l’istituzione di una ZTL ambientale limitata ai soli passi dolomitici, con la loro chiusura per i veicoli non elettrici nei mesi di alta stagione e l’introduzione di un pedaggio nei mesi di bassa stagione, i Passi saranno accessibili solamente per alcune categorie di persone quali i passeggeri del TPL e degli impianti di risalita, ciclisti ed escursionisti (pedoni) e viaggiatori su veicoli elettrici. E tutti gli altri? (...).

Le più penalizzate sarebbero le attività sui Passi - conclude Finazzer - che sono anche le più esposte alle incertezze in quanto lavorano prevalentemente col traffico di passaggio, sono le più sensibili al rischio meteorologico, non hanno alternative sulle quali indirizzarsi e sul passaggio hanno investito in lavoro e risorse economiche. Gli imprenditori che sui Passi vivono e lavorano, difendono quindi l’importanza dei collegamenti tra le valli nell’economia turistica e richiedono un metodo più partecipativo nell’elaborazione delle politiche del territorio dove essi vivono.

 LA RISPOSTA IMMEDIATA

Ieri è giunta la risposta immediata da parte del consigliere delegato alle infrastrutture e ai trasporti Fabio Luchetta che ha detto: Sulla viabilità dei Passi Dolomitici e sulla paventata chiusura senza se e senza ma del Gruppo del Sella, si sta facendo confusione. Una cosa è il piano che girava tempo fa, altra cosa è il protocollo d’intesa che abbiamo firmato anche in Provincia. Le preoccupazioni sorte negli ultimi giorni sono legittime, ma infondate al momento. Il protocollo d’intesa che abbiamo firmato con le Province autonome, la Regione Veneto e i Comuni di Selva di Val Gardena, Corvara, Canazei e Livinallongo non fissa la chiusura dei Passi senza se e senza ma. È un documento che ha come obiettivo la salvaguardia ambientale e che prevede azioni e interventi molteplici: costituire un’organizzazione interprovinciale fra i territori delle tre Province, con la finalità di attuare il piano pluriennale e monitorarne gli sviluppi riguardo l’aumento del trasporto pubblico per favorire l’interscambio con mezzi di trasporto privati, la realizzazione di piste ciclabili, parcheggi dedicati per ciascuna valle, e molto altro".

Tra le azioni, prioritaria sarà quella di raccogliere dati, grazie anche all’adozione di nuovi sistemi informatici, sul traffico veicolare concentrato sui Passi e nei centri abitati, per poter valutare con precisione l’intensità, la frequenza e la tipologia dei flussi e stabilirne una riduzione. Infine, dovrà essere preparata la documentazione necessaria ad accedere a finanziamenti nazionali ed europei. L’abbiamo detto e lo ribadiamo: al centro, per quanto ci riguarda, ci sono esigenze di tipo ambientale-paesaggistico, ma ci sono anche le necessità delle comunità locali e delle attività che gravitano sui passi, che per noi restano prioritarie.

© il Notiziario di Cortina

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