CONCLUSO IL PRIMO STRALCIO DEI LAVORI DI CANCIA
Nella tarda mattinata di oggi è stata presentata alla stampa, in presenza, tra gli altri, del sindaco di Borca di Cadore Bortolo Sala, del presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, del consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi, del dirigente Pierantonio Zanchetta, dell’assessore alla Protezione Civile di Cortina e vicesindaco Luigi Alverà, diversi uomini della Protezione Civile e dell’Arpav, la conclusione del primo stralcio di interventi di difesa dell’abitato di Cancia, frazione di Borca di Cadore. La parte interessata ha riguardato la zona del nodo idraulico Forcella Salvella-Bus del Diau.
Scopo dell’intervento è stato quello di mitigare il rischio di colata detritica che interessa il canalone di Cancia e che da anni minaccia le abitazioni sottostanti, la viabilità comunale e la strada statale 51 di Alemagna. Il costo dell’intervento è di 4.135.000 euro.
La prima a rallegrarsi dell’iniziativa, anche a nome di tutti gli abitanti della zona, è stata Nives Milani, la giornalista e direttore responsabile di Radio Cortina che risiede proprio a Borca di Cadore. “Oggi è una giornata favolosa - ha commentato - se penso che la mia casa insiste su tre frane. L’intervento garantisce le migliori condizioni di sicurezza per tutti i residenti. Di questo sono particolarmente grata alla Provincia di Belluno che ha pensato a tutti coloro che vivono a Cancia.
Nelle foto sotto gli interventi del primo stralcio...
Oggi abbiamo chiuso i lavori della briglia di Cancia, a Borca di Cadore - ha commentato il presidente della Provincia Roberto Padrin -. Un’opera attesa da tempo e storica, perché utilizza una tecnologia giapponese di altissimo profilo, e perché va ad agire in un contesto di colata detritica secolare e da sempre problematico. Questa è la montagna bellunese, splendida ma fragile, sospesa in un equilibrio delicatissimo e complicato per chi ci vive. È per questo che la Provincia interviene sempre dove possibile. E stiamo lavorando perché il Pnrr porti risorse importanti nei capitoli della difesa del suolo. Se vogliamo salvare la montagna serve investire in prevenzione.Grazie alla struttura della Provincia, al settore Difesa del Suolo e al mio consigliere delegato Massimo Bortoluzzi. Grazie ad Arpav e alla Protezione Civile che hanno fatto il monitoraggio costante sulla frana. Ora - ha concluso Padrin - guardiamo avanti verso il secondo stralcio.
LE COLATE
Dalla prima metà del Settecento sino al 2009 la frazione di Cancia è stata ripetutamente interessata da fenomeni di colata detritica provenienti dal canalone a monte, denominato Rovina di Cancia, che in più occasioni hanno causato vittime. I fenomeni si innescano lungo il canalone, a quota 1.666 metri circa, scendono a valle e si aggravano fortemente a quota 1.300 metri, dove al materiale solido si aggiungono le
acque del rio Bus del Diau, le quali mobilizzano la parte rocciosa e solida di colata presente per poi trascinarla a valle. Oltre all'abitato di Cancia, la frana minaccia anche la viabilità comunale, in particolare la strada di accesso al villaggio Corte di Cadore, e la strada statale di Alemagna, entrambe a rischio di interruzione.
L’ITER DEL PROGETTO
Fin dal 1987 la Regione Veneto ha realizzato numerose opere di mitigazione, fra cui una piazza di deposito, argini, briglie e soglie in gabbioni lungo l'alveo per ridurre l'erosione, un sistema di due vasche di accumulo a fine canalone e un sistema di drenaggio che porta le acque al vicino Rio Miolei e da qui al torrente Boite.
In seguito ai due episodi avvenuti nel 1994 e 1996, che movimentarono rispettivamente circa 25.000 e 45.000 metri cubi di materiale, la Regione istituì un Comitato tecnico con lo scopo di analizzare a fondo la problematica e individuare le possibili soluzioni strutturali. A conclusione dei lavori della commissione, venne avviata la progettazione degli interventi strutturali di mitigazione del rischio idrogeologico.
Il progetto, approvato nel 2009, prevedeva la costruzione di una vasca di accumulo di materiale detritico a valle del canalone, avente una capacità di deposito di oltre 100.000 metri cubi, provvista di sistemi di drenaggio della fase liquida, oltre a opere complementari di stabilizzazione del canalone.
Il 18 luglio 2009, nell'imminenza dell'appalto dei lavori, si verificò una colata detritica di circa 50.000 metri cubi, trattenuta solo in parte dalle opere provvisorie realizzate, con conseguente cedimento di due file di gabbioni della vasca terminale e la tracimazione di una ingente quantità di miscela altamente fluida che investì alcune abitazioni causando due vittime e molti danni. A seguito dell’evento, la Regione dispose in somma urgenza il ripristino delle opere di difesa, per di mettere provvisoriamente in sicurezza l’abitato di Cancia. A seguito dell’episodio si ritenne opportuno valutare soluzioni alternative a quelle previste in progetto.
In applicazione dell’art. 85 della Legge Regionale 11 del 2001 venne trasferita alla Provincia di Belluno la responsabilità del procedimento per l'individuazione e la progettazione degli interventi di mitigazione sul dissesto idrogeologico.
Dalla presa in carico di tutta la problematica di Cancia, la Provincia ha curato costantemente la manutenzione ordinaria e straordinaria del canalone, asportando periodicamente il materiale depositato nella piazza alta e nelle vasche di contenimento a valle.
A seguito dei risultati dello studio “Collaborazione in ricerca sul sito di Cancia per lo studio e l'individuazione di soluzioni progettuali per interventi di mitigazione del rischio da colata detritica”, redatto dal CNR-IRPI di Padova nel 2011, fu commissionato uno studio di fattibilità generale con l'obiettivo di individuare gli interventi di mitigazione più efficaci di riduzione del rischio di colate detritiche sugli abitati a valle del canalone. Sulla base degli esiti dello studio di fattibilità, completato nel 2012, fu avviato il progetto preliminare, approvato nel 2014. Nel 2015 si verificarono due colate detritiche, la prima il 23 luglio e la seconda il 4 agosto, che depositarono nelle vasche di accumulo quasi 35.000 metri cubi di materiale. Questi eventi fornirono ulteriori dati, informazioni e modellazioni che si ritenne utile considerare nella stesura del progetto definitivo.
Nel 2017 Il progetto fu approvato per un importo complessivo di 7.500.000 euro. La Provincia inserì un primo stralcio dei lavori nella programmazione dell’anno 2018 per un importo complessivo di 4.135.000 euro. Il 16 luglio 2019 si è conclusa la procedura di appalto e i lavori sono cominciati all’inizio di settembre.
L’INTERVENTO
L’intervento, che è stato mostrato alla stampa oggi relativo al primo stralcio dei lavori, ha visto la realizzazione delle seguenti opere:
Briglia frangicolata
L’opera principale è una briglia frangicolata del tipo “Sabo dam”. Si tratta di una opera trasversale di trattenuta in cemento armato di tipo aperto, all’interno della quale sono inseriti elementi in acciaio frangicolata alti all’incirca 6 metri, funzionali a trattenere i massi più grandi della colata. È stata realizzata a monte della ridisegnata confluenza tra il Bus del Diau e la colata detritica e serve a fermare la parte più consistente della colata prima che raggiunga la componente liquida.
Deviazione Bus del Diau
Prolungamento del canale, con deviazione e spostamento della confluenza esistente da 1.362 metri fino a 1.260 metri di quota. L’opera ha uno sviluppo complessivo di 330 metri circa, costituito da tre tratti che terminano con tre salti di fondo, l’ultimo dei quali corrisponde alla vasca di dissipazione dell’energia del canale in ingresso.
Risagomatura della cosiddetta “Rovina di Cancia”
Con questo intervento si intende conferire alle possibili colate detritiche un convogliamento il più possibile centrale rispetto al canalone, evitando il rischio di sormonto. Il tratto interessato dall’operazione ha uno sviluppo di 70 metri circa e una larghezza variabile a seconda della conformazione del terreno (comunque non inferiore a 13 metri). Sono state realizzate anche alcune scogliere in massi ciclopici a protezione degli argini, sia a monte che a valle della briglia frangicolata.
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