L'ipotesi di uno sbocco a nord per il Veneto
“Penso sia giunto il momento di mettere sul tavolo, in maniera seria e responsabile, il tema dello sbocco a nord per il Veneto. Il braccio di ferro in corso tra Italia e Austria sul Brennero ci dice che vanno trovate soluzioni alternative altamente tecnologiche, innovative e sostenibili sia per il trasporto su rotaia che su gomma. Spogliamoci di ogni ideologia e avviamo una discussione franca sul futuro della mobilità dei territori e delle imprese”. A dirlo è Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, nelle ore in cui è forte la dialettica tra Governo italiano e austriaco sulla gestione dei flussi al Brennero.
“Uno sbocco a nord consentirebbe soprattutto al quadrante orientale del Veneto di connettersi direttamente con il cuore dell'Europa. A trarre beneficio sarebbe l'intera economia del Nordest, trainante per il Paese. Le infrastrutture sono cambiate, tecnologie e materiali sono sempre più sostenibili.
La transizione ecologica, poi, sta riguardando anche i mezzi. Il futuro è nell'ibrido e, più avanti, nell'elettrico. I paradigmi vanno rivisti”, sottolinea Berton, che ricorda come sullo sbocco a nord ci sia la convergenza delle categorie economiche bellunesi e degli stessi sindacati. Non solo, da alcuni mesi Confindustria Belluno Dolomiti – accanto alle Associazioni degli Industriali di Trento e di Bolzano – sta portando avanti un piano integrato per la mobilità dolomitica coordinato dal punto di vista scientifico dall'Università di Padova.
Per non parlare del sostegno al progetto “Smart Road” di Anas sulla statale di Alemagna volto a disegnare la strada del futuro interconnessa alle nuove tecnologie e più sicura.
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