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LO STADIO OLIMPICO DEL GHIACCIO

13 Gennaio 2022
Feliciana Mariotti
Cultura e mondanità

Stadio del Ghiaccio

Se già oggi è un fabbricato imponente quando venne costruito in occasione dei VII Giochi Olimpici Invernali dovette lasciare tutti a bocca aperta. Fu proprio all’interno dello Stadio che si tennero le Cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi del 1956. All’interno sfilarono le squadre di almeno 30 Nazioni.

All’epoca della costruzione si disse: “La capacità dello Stadio doveva essere calcolata in maniera che a tali cerimonie potessero assistere non meno di 12.000 spettatori”. Accanto alla fruizione per la quale veniva costruita fondamentale era la legacy: lasciare un impianto che avrebbe risposto alle normali esigenze della cittadinanza.

Quanti atleti del pattinaggio, del curling e dell’hockey hanno usufruito nel corso degli anni  dello stadio, quanti cantanti o musicisti si sono esibiti allo stadio e infine quanta gente comune è passata. Lo stadio è testimone anche dei festeggiamenti di un matrimonio e delle feste dell’Ultimo dell’anno.

Lo Stadio Olimpico del Ghiaccio venne costruito seguendo i progetti dell’architetto ampezzano Mario Ghedina, che viveva e lavorava a Roma, in collaborazione con gli architetti Riccardo Nalli e Francesco Uras. Il primo progetto prevedeva una sola pista in ghiaccio artificiale, ma il Comitato organizzatore volle una seconda pista, portando così l'area complessiva a 4.320 mq di superficie ghiacciata.

La Ditta De Pretto Escher-Wiss,, selezionata attraverso una gara di appalto alla quale parteciparono 18 ditte italiane e straniere, costruì il campo di pattinaggio e fornì tutti i macchinari. Direttore dei lavori fu l’ingegnere Igino dalla Bernardina. I lavori di sbancamento dell'area di circa 10.000 mq destinata all'impianto furono effettuati nel 1952. La costruzione delle strutture in cemento armato e relative fondazioni iniziarono nel giugno del 1953 e furono portate a termine nell'autunno del 1955. Usarono 5.000 quintali di cemento e 1.900 barre di ferro. Il tetto venne coperto da lamine di ferro e la facciata esterna rivestita in legno a richiamo delle case rustiche ampezzane. 

Foto  © Feliciana Mariotti

Fu così deciso un secondo progetto con due campi da gioco regolari su ghiaccio 30x60 metri, divisi da un corridoio largo 10 metri. Ogni campo venne suddiviso in tre parti ed era possibile ghiacciare anche una sola parte o più parti. L’impianto di refrigerazione era all’avanguardia e si basava sul principio dell’evaporazione dell’ammoniaca: con il passaggio dallo stato liquido a quello gassoso il calore veniva assorbito e produceva il freddo necessario. L’impianto era formato da una cisterna di ammoniaca che attraverso speciali pompe spingeva l’ammoniaca nei tubi che a forma di serpentina arrivavano verso la superficie della piastra di cemento. Sul lato nord, est ed ovest vennero realizzate le tribune. La costruzione dell’edificio a sud venne mantenuta bassa per poter ammirare il panorama.

Cortina Stadio Olimpico del Ghiaccio

Al pianterreno c’era una galleria con 3500 posti in piedi. in quell’area vennero esposte le fotografie dei vincitori delle Olimpiadi del 1956 con le loro medaglie d’Oro. Tre vetrine mostravano i trofei sportivi ottenuti dalle locali Associazioni sportive. Al primo piano c’erano la tribuna d’onore con 150 posti e la sala d’onore con decorazioni in vetro del pittore veneziano Santomaso.

Al secondo piano 1100 posti a sedere, al terzo le tribune da 450 posti per la stampa. Esistevano 22 cabine per radiocronometristi e altri locali necessari all’organizzazione. In totale i posti erano 6750.

Nella zona a sud , al pian terreno si trovavano 4 spogliatoi per le squadre di hockey, spogliatoi per gli arbitri, 19 cabine per le atlete del pattinaggio artistico e un grande spogliatoio per il pubblico, un locale per il pronto soccorso e l’abitazione per il personale. Esistevano inoltre l’impianto di riscaldamento e di illuminazione.

Nella foto lo Stadio durante i Mondiali (Foto © Cortina Marketing)

Lo Stadio venne inaugurato il 26 ottobre 1955 con la benedizione del Vescovo di Bressanone, Mons. Gargitter, e seguita da una manifestazione di pattinaggio artistico e di hockey. Alla cerimonia presenziarono il Conte Paolo Thaon di Revel, membro del CIO e Presidente del CO., l'Avv. Giulio Onesti, Presidente del CONI, il Cav. Mario Rimoldi, Sindaco di Cortina, il Prefetto Dr. Vecchi, anche in rappresentanza del Governo, numerose altre personalità sportive, civili e militari della regione. Per ricordare l'avvenimento venne coniata una speciale medaglia commemorativa.

3 Bebe allo Stadio del GhiaccioCon l’amministrazione del sindaco Paolo Franceschi si si sono svolti radicali lavori di ristrutturazione che hanno portato con il beneplacito della Soprintendenza ad avere una struttura non più aperta bensì coperta. Sotto l’amministrazione del sindaco Giacomo Giacobbi all’interno dello stadio fu realizzato il Dolomiti Paradise Parco Giochi.

All'interno dello Stadio furono inseriti gli uffici della Gis (Gestione Impianti Sportivi), la società partecipata del Comune che ebbe tre presidenti Luigi Alverà, Teodoro Sartori e Nicola De Santis. Con quest'ultimo presidente la Gis venne chiusa e assorbita nell'altra partecipata, SeAm (Servizi Ampezzo), vi fu poi Luca De Carlo e in seguito l'ingegnere Sandro D'Agostini, attuale presidente.

In occasione delle Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026 lo Stadio ospiterà le competizioni di curling.

 

Bebe Vio allo Stadio del Ghiaccio (Foto © Giacomo Pompanin)

© il Notiziario di Cortina

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