Il 29 gennaio agli studenti si parla di Isaac Bashevis Singer
Sabato 29 gennaio, per la giornata della Memoria, alle ore 11.30 , nella Palestra Rinaldo Zardini in Via del Parco, Antonia Arslan e Fiona Shelley Diwan incontrano gli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo Valboite per parlare di Isaac Bashevis Singer.
È stato l’ultimo grande scrittore della letteratura yiddish. Premio Nobel per la letteratura, Isaac Bashevis Singer ha lasciato racconti, come la raccolta “Gimpel l’idiota”, romanzi come “La famiglia Moskat” e “Il mago di Lublino”, e tanti altri capolavori - afferma Francesco Chiamulera di Una Montagna di Libri -. A Cortina d’Ampezzo, in occasione della Giornata della Memoria, Una Montagna di Libri propone un eccezionale invito alla lettura di un protagonista della letteratura mondiale rivolto ai più giovani.
La rassegna torna a collaborare con le scuole di Cortina, l’Istituto Omnicomprensivo Val Boite. La giornalista Fiona Shelly Diwan, autrice del libro su Singer “Un inafferrabile momento di felicità” (Guerrini e Associati), con l’aiuto di un’altra lettrice appassionata, Antonia Arslan, incontrerà gli studenti delle scuole superiori di Cortina, in un appuntamento aperto al pubblico. Intorno a una domanda: è possibile continuare a provare voglia di vivere, eros, libido, dopo la tragedia dell’Olocausto? Soltanto il racconto delle passioni umane non risulta noioso, scrive Isaac Bashevis Singer. A interessarlo sono «le infinite variazioni e tensioni proprie dei rapporti tra i sessi», l’abisso delle superfici carnali, l’idea che l’eros sia l’unica fiamma di candela nel buio della sopravvivenza. Eros in forma di caos, storie e vite di esuli la cui esistenza si contorce in un mal di vivere che trova pace solo nel vitalismo amoroso, eroi rotolati a New York e sopravvissuti alla Shoah che hanno perso tutto e a cui resta soltanto la vitalità del desiderio. Perché, per questi profughi, in definitiva, l’eros diventa il solo lenimento possibile al dolore di vivere.
Bulimia erotica, pulsioni distruttive, ironia, humour, tutto trova spazio per Singer in una dimensione spirituale, scrive Fiona Diwan, poiché da sempre Singer si focalizza sull’aspetto mistico dell’esperienza. Nel trentennale della morte dell’ultimo grande scrittore della letteratura yiddish, con l’aiuto di un’altra lettrice appassionata, Antonia Arslan, si va alla ricerca delle fonti remote della passione vitalistica di Singer: le donne, Dio e la letteratura. E il mondo della yiddishkeit guardato con nostalgia etica, attraverso l’affabile e premuroso narcisismo dei suoi personaggi, vittime e contemporaneamente carnefici, animati da un’insaziabile fame carnale e dal bisogno di riscattare la vergogna di essere rimasti in vita.
Le protagoniste
Fiona Shelly Diwan giornalista, studi in Estetica all’Università Statale di Milano; studi Ebraici a Roma, UCEI e MIUR; studi sul Medioriente alla Hebrew University of Jerusalem. Ha diretto i mensili Gulliver, Flair, Geo; ha scritto per Panorama, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Il Foglio. Dirige il mensile Bet Magazine, il sito web Mosaico. Ha pubblicato saggi sull’antisemitismo (in L’ebreo inventato, 2021) e di riflessione sulla pandemia da un punto di vista ebraico (in Interrogarsi sul Coronavirus tra fede e ragione, 2020). Antonia Arslan padovana di origine armena, ha insegnato Letteratura Italiana all’università. Per Rizzoli ha pubblicato La Masseria delle allodole (2004), best seller internazionale, tradotto in venti lingue e diventato un film dei fratelli Taviani, La strada di Smirne (2009), Il rumore delle perle di legno (2015) e Lettera a una ragazza in Turchia (2016).
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