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CORTINA D'AMPEZZO RICORDA GIUSEPPE CAPOGROSSI

26 Luglio 2022
Feliciana Mariotti
News

Capogrossi Nudo femminile sul divanetto rosso 1944 caOggi 26 luglio, alle ore 18.00, al Museo Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, il professor Claudio Spadoni parlerà di “Giuseppe Capogrossi: il percorso multiforme di un protagonista”. Con questo evento, il Museo d’Arte moderna "Mario Rimoldi" di Cortina d’Ampezzo, che vanta nella sua Collezione due opere di Giuseppe Capogrossi, aderisce al progetto “Capogrossi nei Musei e nelle Istituzioni”, promosso dalla Fondazione Archivio Capogrossi in occasione del cinquantenario dalla scomparsa del pittore romano considerato, insieme a Lucio Fontana e ad Alberto Burri, una figura di notevole rilievo nel panorama dell'informale italiano.

A fianco:  Giuseppe Capogrossi: “Nudo al Femminile sul divanetto rosso” del 1944 ca,  Museo d'Arte moderna "Mario Rimoldi.

Le due opere di Capogrossi conservate al Museo Mario Rimoldi sono importantissime: la prima, “Nudo al Femminile sul divanetto rosso” del 1944 ca, è figurativa; la seconda “Superficie” 1952, donata dalla famosa scrittrice Milena Milani nel 2012, riveste un ruolo fondamentale in quanto segnala il suo approdo all’informale. Il Maestro romano ha maturato il proprio linguaggio espressivo, determinato da forme orizzontali, ovali ed ellittiche; quei segni tipici che lo distingueranno dagli altri artisti.

La prima opera appartiene alla prima metà degli anni Quaranta quando l’artista lavora alla sua arte, soffermandosi su pochi temi, come la figura femminile, nature morte, qualche paesaggio.

Gradualmente Capogrossi abbandona la figurazione, approdando a un'unica forma-segno che coniugandosi in infinite variazioni costruisce lo spazio del quadro, che diventa rappresentazione simbolica di una interiore organizzazione spaziale.

Michel Seuphor, critico e storico dell’arte, riconobbe il carattere dirompente della svolta del 1949 e nella prima monografia di Capogrossi affermò: Improvvisamente, senza alcun segno premonitore, abbandonò il figurativo per l’astratto, il mestiere per la fantasia, il certo per l’incerto. Il tema da lui scoperto, questo artiglio, questa mano, questo tridente, questa forca è già uno stile.

Egli lo piega ai suoi umori, gli imprime le sue fantasie, lo calma e lo esaspera, lo scatena, l’addormenta, lo perseguita, l’asseconda. Dopo Mondrian non ho mai visto un’unione così intima e tenace di uno stile personale e di un tema.

Capogrossi Superficie 1952In occasione della consegna del dono di questa opera eccelsa che faceva parte della sua collezione privata, la scrittrice Milena Milani, scomparsa il 9 luglio 2013, ricordò che la Regina delle Dolomiti era la località prediletta dall’artista che amava sciare tra le nostre vette imponenti e magiche. In quella particolare occasione Milena disse: La superficie 1952 è adesso di Cortina d’Ampezzo, nel souvenir di Capogrossi che sciando giungeva tra il cielo più vicino alla terra. Quegli angoli stupendi, tra i ghiacciai e le crode, gli concedevano una tregua di armonia e di conforto, tra i colori tenui e avventurosi, in cui sostava la sua perenne maturità.

 

A fianco:  Giuseppe Capogrossi: “Superficie” 1952

L’accesso alla sala per l’incontro con il professor Spadoni è consentito a un massimo di 60 persone. È possibile prenotarsi al numero 0436 866222 negli orari di apertura del Museo (10.30-12.30/16.00-20.00 - escluso il lunedì). È preferibile indossare la mascherina.

© il Notiziario di Cortina

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