Recupero del villaggio Eni di Borca per il villaggio Olimpico
Oggi a Palazzo Piloni, a Belluno, in presenza del sindaco di Borca di Cadore, ingegner Bortolo Sala, del presidente dell’Unione Montana e consigliere provinciale Mattia Gusetti (in video collegamento), l’ex consigliere provinciale Franco De Bon e Gianluca D’Incà Levis, architetto e ideatore del progetto Dolomiti contemporanee, è stata presentata alla stampa l’idea del recupero del Villaggio Eni, attraverso un progetto esistente di riqualificazione dell’area. Il Villaggio Eni di Borca di Cadore (oggi di proprietà della società Minoter NdR), - ha spiegato il Sindaco Bortolo Sala - nasce nel 1960 in un grande bosco ai piedi del Monte Antelao, grazie alla capacità politica e imprenditoriale di Enrico Mattei, che volle realizzare una struttura come villaggio sociale per i dipendenti ENI. In seguito tutto il plesso venne venduto.
Il villaggio è formato da una Colonia (30.000 metri quadri) con 15 edifici, collegati da rampe, che hanno una capienza di 450 persone, un residence (capienza 220 persone), l’albergo Boite (180 persone), la chiesa Nostra Signora del Cadore, il campeggio a tende fisse, altro e alcuni terreni, sui quali verrebbero costruire alcuni edifici per ospitare 500 persone anche se ne basterebbero 350 per arrivare a 1200 persone (tra atleti e tecnici), numero richiesto per realizzare il Villaggio Olimpico che, previsto dal piano regolatore di Borca di Cadore, verrebbe realizzato tramite Fondazione o progetto di Finanza.
In più c’è la legacy - ha dichiarato Sala -. Dopo le Olimpiadi la struttura avrebbe la possibilità di diventare sede di Università (centri di ricerca e startup) anche a livello internazionale ed essere adibita a foresteria, sala congressi e ski college.
Il progetto di riqualificazione è valido per il recupero della struttura, che indipendentemente dalle Olimpiadi, verrebbe, rivitalizzata - ha dichiarato Mattia Gusetti -. Una volta riqualificata lascia una grande eredità.
Per Franco De Bon: Il recupero del Villaggio di Borca è strategico. Riuscire a portare l’Università a Borca di Cadore è un’occasione unica per la Provincia che si sta spopolando, vuole dire dare una soluzione ai problemi residenziali del nostro territorio. I tempi ci sono e le modifiche potrebbero essere fatte in tempo per le Olimpiadi e Paralimpiadi. Non ci sarebbero problemi di inclusività perché nel Villaggio non ci sono scale e verrebbe dato valore al progetto Gellner, realizzato in occasione delle Olimpiadi Invernali di Cortina. Di questo recupero è stato già informato il Ministro Luca De Carlo.
Lo stesso professore Giorgio Sulligoi ha affermato che l’Università di Trieste in cui lavora sta compiendo analisi e studi legati alla pianificazione e gestione di infrastrutture che possono dare una mano allo sviluppo del territorio.
L'incontro di oggi serve per sollecitare gli interessati - ha specificato Sala -, visto che ho chiamato l’ingegner Elisabetta Pellegrini, direttrice dell’Area infrastrutture e lavori pubblici della Regione Veneto e non si è arrivato a nulla, ma c’è ancora spazio per parlarne, anche con Zaia, anche se il nostro referente per la provincia di Belluno è Gianpaolo Bottacin. Ora si cerca un tavolo di confronto tra il Comune di Borca di Cadore, la proprietà Minoter e il Commissario (Luigivalerio Sant’Andrea NdR) perché la struttura ha tutte le carte in regola per ospitare il Villaggio Olimpico. Il Commissario dovrebbe riflettere e darci una risposta. Sarebbe importante utilizzare le risorse provenienti dalle Olimpiadi, altrimenti dovremmo darci da fare per trovarle da qualche altra parte, anche perché, indipendentemente dalle Olimpiadi, il progetto è valido per recuperare la struttura che offre un’occasione per rivitalizzare l’intera area.
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