Farsettiarte: oltre l'Omaggio di Arnaldo Pomodoro
Alla Farsettiarte, in piazza Roma n. 10 (ex partenza della Funivia Pocol), è possibile ammirare l’omaggio che Frediano e Franco Farsetti hanno voluto estendere ad Arnaldo Pomodoro. Una decina di opere non di grandissime dimensioni, a parte l’eccezione di Bassorilievo, 1962, bronzo dorato di 150,6x175, svelano come l’artista, riesca a rompere la perfezione per scoprire il mistero racchiuso dentro. L’occhio scruta le due sculture in bronzo Sfera 1986 e Sfera 1982, il Contenitore per il volume Arnaldo Pomodoro. Sphere within a Sphere for the U.N. Headquarters 1997 - 98 in bronzo e legno, Disco in forma di rosa nel deserto, studio II, 1994 in bronzo, Doppio rilievo, 2002 in bronzo, Cubo per Montedison, 1974, in ottone dorato, Senza Titolo, 1968, bassorilievo in argento e ottone cromato montato su legno, Scudo IV, studio 1991, in bronzo e ferro.
Nell'immagine: Alexander Formoser, L’Adorazione dei pastori con San Girolamo, l’Annuncio ai pastori e sullo sfondo il viaggio dei Magi, olio su tavola cm 162x169 (Si ringrazia perla foto courtesy Farsettiarte)
Posto di rilievo ha in galleria un’opera che merita particolare attenzione; si tratta de L’Adorazione dei pastori con San Girolamo, l’Annuncio ai pastori e sullo sfondo il viaggio dei Magi. L’olio su tavola ha un’incredibile storia. Dalle fonti antiche fu riferita all’ambito di Domenico Ghirlandaio se non addirittura attribuita allo stesso artista.
Grazie ad alcune approfondite ricerche alcuni studiosi attestarono l’appartenenza della tavola a un artista nordico, conoscitore dei fenomeni artistici fiorentini dal giovane Fra’ Bartolomeo a Domenico Ghirlandaio. Louis A. Waldman attribuì l’opera al pittore tedesco Alexander Formoser, agente della corona ungherese, attivo a Firenze dal 1471 al 1498, considerato da più parti un mediatore della cultura fiorentina. Inizialmente venne identificato con il maestro di Santa Lucia nel Prato, anche se si possono vedere analogie e similitudini con l’Adorazione dei Pastori di Domenico Ghirlandaio che si può vedere nella Cappella Sassetti all’interno della Chiesa fiorentina di Santa Trinità.
C’è anche chi ha visto nella testa della Vergine, nel Cristo bambino e nella figura del pastore la mano del figlio di Formoser, Raffaello del Tedesco, che lavorava nella stessa bottega.
Accanto si può vedere il famoso tondo: La Madonna col Bambino e i Santi Bernardo, Antonio da Padova e Onofrio o Girolamo (1504 - 1559), olio su tavola, di Luca Signorelli. Anche quest’opera è stata oggetto di studio e identificata con la tavola del 1505 eseguita per Giovannantonio di Luca di Paolo di Materica. Nel 1504 Giovannatonio vendette al Signorelli una casa a Cortona in cambio di una pala d’altare.
Un anno dopo Signorelli consegnò due dipinti, il secondo fu proprio il tondo in questione che ritrae la Vergine a colloquio con san Bernardo da Chiaravalle, mentre i due Santi alle spalle si dice che appartengano a un’altra mano.
Gli studiosi ritengono che l’artista abbia dato in questo tondo la parte migliore delle proprie capacità sotto l’aspetto del disegno, del colore e dell’umanità dei personaggi.
Nicola Malinconico: La natura morta con fiori in vaso, un busto in terracotta e rovine classiche, olio su tela cm 93x135
Terza opera interessante, che mostra una certa eleganza e riferimenti al barocco è La natura morta con fiori in vaso, un busto in terracotta e rovine classiche dell’artista napoletano Nicola Malinconico (1663 - 1727), pittore di nature morte, educato alla maniera di Luca Giordano.
Nel 1706 conquista il titolo di Conte per meriti professionali, segno della solida posizione raggiunta. Suoi riferimenti sono Bruegel e Bel- vedere anche se conosceva i francesi contemporanei come Monnoyer e Blain de Fontenay.
Diverse sale sono dedicate agli artisti che hanno domi- nato la scena nel Novecento, lasciando un segno indelebi- le nella storia dell’arte: Balla, Morandi, Modigliani, de Chirico, Savinio, Utrillo, Rosai, Severini e Casorati. E ancora: Rotella, Santomaso, Burri, Turcato, No- velli, Schifano, Dorazio, Crippa, Alviani e De Dominicis.
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