ALLA GALLERIA CONTINI PARK EUN SUN
È stata inaugurata martedì 28 dicembre, nella Galleria Contini, in piazza Silvestro Franceschi 7, in presenza dell’artista, la mostra Park Eun Sun - Nell’infinito dell’arte.
Una ricca selezione di lavori, composti da materiali e dimensioni diverse tracciano l’evolversi del lavoro dell’artista che inizia con lo studio della materia (marmo, granito o bronzo) e termina con la realizzazione di sculture. Nascono così forme geometriche sinuose e levigate, sostenute da equilibri insoliti al contempo leggiadri e armonici.
Quella di Park - afferma il gallerista toscano Stefano Contini - è una scultura dinamica nella quale, la materia, specialmente la pietra, viene lavorata alternando due colori, stratificandoli in un’ascesa verso l’alto come nel caso delle sue colonne torte e dalla forma a spirale che, sviluppandosi in altezza sembrano perseguire l’infinito o ancora le sue composizioni sferiche concatenate che sembrano generare un flusso vitale simile al DNA.
L’artista indaga l’essenza stessa dell’essere umano, la complessità della vita e delle esperienze che la compongono e questo è evidente grazie all’elemento distintivo rintracciabile in tutte le sue creazioni: la ferita. Le sculture di Park sono tutte accumunate da una spaccatura: il marmo e il granito vengono plasmati, levigati, poi destrutturati, crepati e riassemblati.
Nell'immagine: Colonna Infinita-Ripetibilità I 2021, Colonna Infinita-Ripetibilità II 2021,
Colonna Infinita-Accrescimento 2021 di Park Eun Sun
(Foto courtesy © Galleria Contini)
Un esempio è dato da Colonna Infinita - Accrescimento I (2020) un pilastro in marmo bianco e epoxy grigio che, vorticando su se stesso si prolunga verso l’alto con un movimento flessuoso e continuo che sembra non volersi arrestare. La superficie setosa e fredda è interamente percorsa da una frattura che crea giochi di chiaro-scuri, di ombre e di luci, di vuoti e di pieni che catturano lo sguardo e sembrano spronare l’osservatore ad indagarne l’interno scoprendone così l’aspetto più intimo e personale.
La predilezione per la pietra - conclude Stefano Contini - porta a capolavori che combinano gli opposti: levigatezza e frattura, armonia e disequilibrio, dinamicità e geometria, come nell’opera Due Colonne (2014) in marmo nero e grigio. Questa scultura nasce con un solido piedistallo a colonna che, nel suo completarsi subisce un mutamento sdoppiandosi, si trasforma scomponendosi in due bracci entrambi composti da sfere. Duplicazione I, Duplicazione II, Duplicazione III (2021) sono composizioni scultoree composte da sfere sovrapposte che creano una sorta di moltiplicarsi all’infinito come una mutazione perpetua che si svolge davanti agli occhi attenti di chi la osserva.
Sono figure astratte, geometriche, intangibili, pronte a svelare un messaggio universale grazie a una poetica delicata e coinvolgente e a una gestualità contemporanea e riconoscibile fatta di materia, for- ma, composizione e decostruzio- ne che incarnano la metafora del vivere. Questo sono le sculture di Park Eun Sun. Guardandole si rimane affascinati.
© il Notiziario di Cortina