Alla Galleria Le Muse "Composizione a Cortina d'Ampezzo"
Alla Galleria Le Muse, in Corso Italia 21, si può ammirare la straordinaria Composizione a Cortina d’Ampezzo, 1952, tempera su carta applicata a tela cm 34x77,5, di Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi, 1966). L’artista toscano è stato protagonista del Futurismo, è riuscito a trovare la formula di raccordo con il Cubismo e infine ad approdare a una pittura classica, fondata sull’armonia e sulla geometria poetica della rappresentazione del mondo reale sino ad arrivare a simultanee visioni. L’opera presente nella Galleria Le Muse è uno dei due studi preparatori per la realizzazione di un mosaico che un cliente a Cortina d’Ampezzo commissionò appositamente per un albergo di Cortina.
Severini si impegnò nel mosaico a partire dagli anni ’30, elaborando cicli impegnativi come quelli per il Foro Italico di Roma, il Palazzo di Giustizia di Milano, il Palazzo delle Poste di Alessandria. Il recupero della tecnica del mosaico accomuna Severini ad altri artisti italiani, da Sironi a Campigli a Saetti, per arrivare a Riccardo Licata, che fu suo allievo e collaboratore a Parigi. Ad eseguire i suoi cartoni si alternavano gli specialisti provenienti dai più rinomati centri italiani per l’arte musiva, primo fra tutti Ravenna, il cui Istituto d’Arte è stato intitolato proprio a Severini. Negli anni ’50, l’artista tenne a Parigi, con l’appoggio dell’Ambasciata d’Italia, regolari cicli di lezioni sul mosaico. Nel 1950 il suo talento venne consacrato e ricevette il Gran Premio della Biennale di Venezia. Proprio a Venezia, alla Biennale, Severini presentò una retrospettiva futurista con una sala espositiva tutta dedicata alla sua produzione, comprendente anche quattro degli otto mosaici realizzati da Rocchi.
Gino Severini, Composizione a Cortina d’Ampezzo, 1952, tempera su carta applicata a tela cm 34x77,5. Foto su gentile concessione ©Galleria Le Muse
Nell’estate 1950 venne allestita dal Circolo Artistico di Cortina una Mostra d’Arte Contemporanea della Galleria Rimoldi in presenza del professor Rodolfo Pallucchini segretario generale della Biennale di Venezia. Nell’esposizione vi furono anche opere di Severini. Da una lettera che Gino Severini inviò il 19 luglio 1951 da Cortina d’Ampezzo al Maestro del mosaico Giuseppe Salietti, sappiamo che Severini si trovava nella Regina delle Dolomiti e doveva rimanere qui sino ai primi di agosto 1951. Partecipò con una sua opera al Premio Parigi, organizzato dal Centro Culturale Italiano di Parigi; promotori del Premio furono Sironi e Campigli, quest’ultimo anche membro di Giuria.
Nel 1952 Severini realizzò la splendida Composizione a Cortina d'Ampezzo che si può ammirare nella Galleria di Elisabetta Matteucci e Francesco Palminteri.
Nell’opera cubofuturista, risolta in un turbine variopinto di profilature e losanghe con aree chiare che s’incastrano le une nelle altre sulla superficie, ben visibile è il Campanile di Cortina e i contorni della basilica, insieme ad altri oggetti, pesci, aragoste, fiori, come le margherite, e il piccione, volatile caro all’artista. Per Severini realizzare tale opera con ogni probabilità risultò essere un tuffo nel passato, carico però delle esperienze dell’arte astratta europea.
Il mosaico in un albergo di Cortina - Foto su gentile concessione dell'©albergatore.
© il Notiziario di Cortina