FRANCESCA WITZMANN: LA FOTOGRAFA DELLA NOBILTÁ
Posso definire Francesca Witzmann (nella foto Archivio ©Francesca_Witzmann), la fotografa della Nobiltà?
Direi di sì. Mio papà era persona di fiducia di Casa Savoia a Bolzano, quindi per me è stato facile fare le foto ai nobili...
Ho saputo che suo padre e i suoi nonni avevano un albergo...
Mio papà è stato un superstite di Cefalonia nel 1945/46 e quando da reduce ritornò a casa scoprì di non avere più il suo albergo, l’Hotel Du Lac et Du Parc a Riva del Garda.
Avendo un diploma di giardiniere, sapendo curare l’amministrazione ed essendo abile nella guida divenne punto di riferimento per i marchesi Selvi a Castel Presule a Fiè; inizialmente per accompagnarli nelle escursioni di equitazione e di sci all’Alpe di Siusi.
Poi quando il marchese vendette il castello, ci spostammo a Villa Bosco Verde, a Bolzano, in Casa Savoia, il re Umberto aveva donato la villa alla sua quarta e ultima figlia, alla principessa Maria Beatrice.
Ricordo le prove da piccola quando mi insegnò a fare l’inchino ogni volta che mi avvicinavo a un nobile. All’epoca era un gesto obbligatorio in Alto Adige.
Alberto_Tomba_e_ Rolly_Marchi (Foto ©Francesca Witzmann)
Quali passi fece per diventare una fotografa affermata?
Feci a Madonna di Campiglio un corso di fotografia dedicato alla flora e alla fauna, organizzato da Giorgio Mistretta, direttore del settimanale Oggi, non mi fermai alla premiazione del corso perché avevo vinto il primo premio fotografico, organizzato nel Chiostro della Chiesa dei Domenicani, a Bolzano. Il mio scatto raffigurava un ritratto di Reinhold Messner.
Venni intervistata dal giornalista di Rai 3 Ettore Frangipane. Giorgio Mistretta con un amico venne a vedere a Bolzano la fotografia perché non credevano che avessi fotografato il grande alpinista. All’epoca il giornale Alto Adige, come il periodico Oggi, e l’Agenzia di Milano Fuso appartenevano alla Famiglia Rizzoli. Iniziai a collaborare con il quotidiano e l’Agenzia e a fotografare inizialmente solo sport e nobiltà. Ricordo tra i primi servizi “Il Trofeo Topolino” ideato da Rolly Marchi e gli scatti in occasione dei 150 anni dell’azienda, il Lanificio di Valdagno, dei conti Marzotto. All’epoca avevano ingaggiato due famose fotografe, io ero defilata. Il conte Umberto se ne accorse, mi prese sottobraccio e mi fece conoscere sua moglie la contessa Marta.
Da quella volta arrivavo a Cortina d'Ampezzo a Natale appositamente per fotografare la contessa.
Posso dire che sono nata strada facendo. Per ogni posa, in ogni settore, avevo un maestro.
Nell'immagine Marta_Marzotto (Foto©Francesca Witzmann)
Non ha mai detto: “Ah se quella volta fossi riuscita a”...
... scattare meglio. Capita a tutti! La prima fotografia che feci al presidente Sandro Pertini in bianco e nero uscì sfocata, andò meglio l’anno successivo in Val Gardena quando il Presidente mi dedicò tutta la giornata. Era in passeggiata e tutti stavano sugli attenti. Volli fare qualche scatto mentre giocava a carte e aveva una luce particolare sullo sfondo. Siccome non si poteva fotografare il Presidente chiesi di alzare la musica
1982_Sandro_Pertini (Foto ©Francesca Witzmann)
per non far sentire il rumore degli scatti; ricordo che una guardia del corpo se ne accorse, ma fortunatamente fece finta di non aver visto nulla. Quella foto è stata usata come calendario a Torino ed esposta al Quirinale e all’estero.
Nel 1985 la mostra su Pertini arrivò a Roma, a Palazzo Barberini, e venne inaugurata dal ministro Giovanni Spadolini. Nel 2008 la mostra venne ripetuta nel Centro Alpino dei Carabinieri di Vallunga, organizzata dal comandante barone Georg Di Paoli in presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e di donna Carla Voltolina, moglie di Pertini.
Nella foto Pertini_e_Francesca_Witzmann (Archivio ©Francesca_Witzmann)
C’è una persona che le è dispiaciuto non fotografare?
Madre Teresa di Calcutta e Zita di Borbone-Parma, imperatrice d’Austria morta in Svizzera nel 1989 e sepolta nella cripta imperiale di Vienna.
Chi l’ha emozionata di più?
Con il tempo ho iniziato a fotografare personalità del mondo dello spettacolo, della letteratura e del mondo scientifico, ma la persona che mi ha emozionata particolarmente è stata Rita Levi Montalcini. La incontrai in occasione del Premio Cornaro.
A Cortina d’Ampezzo non ha fotografato solo Marta Marzotto e Rita Levi Montalcini...
Grazie a Giovanna Mariotti riuscii a fotografare il Principe Alberto di Monaco sulla pista da bob durante i Mondiali del 1989. Chiesi di poter fare alcuni scatti in un altro luogo alla guardia del corpo, che allora era Daniel Ducruet, non ancora marito di Stefania.
Nacquero così gli scatti, nell’officina dei Podar, dove il Principe indossando la tuta fingeva di essere un meccanico.
1989_il_principe_Alberto_di_Monaco (Foto©Francesca Witzmann)
Luigino Grasselli, presidente del Bob Club Cortina e amico di Alberto di Monaco, gli consegnò la famosa fotografia che, in Val Gardena, fu venduta all’asta per curare un bambino malato. Invitai Maria Rita Ruspoli a Fiames per immortalarla sulla pista mentre faceva sci di fondo, feci diverse foto alla principessa Silvia e al principe Carlo di Svezia mentre stavamo salendo in seggiovia a Rumerlo e al principe Emanuele Filiberto mentre faceva la pizza per gli amici.
Scattai alcune foto a Naomi Campbell insieme a Matteo Marzotto in perfetto stile montanaro, mentre mangiavano alla Club House dello Sci Club 18.
Sono nate così immagini, create ad arte, per soddisfare le esigenze dei giornali.
No mai, anche perché non appena vedevo che c’erano difficoltà non insistevo. Ho fotografato Vittorio Gassman nella Galleria Contini e l’ho fatto camminare davanti a un quadro, dicendogli: “Maestro, facciamo finta che sia una paparazzata”. Per non agitarmi, mi preparavo il giorno prima una specie di pagina, una A3, dove mio padre (noto per la grande abilità nel disegno NDA) preparava uno schizzo. Riuscii a ritrarre molti campioni, come Gustav Thoeni.
Alla fine della seduta quei grandi mi chiesero di poter tenere gli schizzi di mio padre. Per me era un onore, li ho regalati, non ne ho nemmeno uno. Ho fotografato tante volte Kristian Ghedina e non ho mai avuto problemi. Anzi il grande Ghedo si è lasciato immortalare prima con la sua compagna incinta e poi a passeggio con il piccolo Natan.
Ci fu qualcuno che la colpì nel segno?
Nell’isola di San Giorgio ho fotografato la Regina Madre d’Inghilterra. In quell’occasione feci l’inchino, vidi le stelle, sentii un male incredibile e poi scattai. Presi un colpo sul ginocchio destro, ho ancora la cicatrice che mi ricorda quella giornata.
Qual è la sua caratteristica?
Ho sempre cercato di ritrarre le persone non insieme ad altri fotografi, chiedevo sempre un appuntamento.
Nella foto Francesca Witzamann davanti al re Umberto di Savoia (©Archivio Francesca Witzmann)
Non fotografò solo la nobiltà...
Ben presto i direttori dei settimanali mi chiesero di scattare tutti i personaggi che incontravo, dovevano riempire le pagine dei giornali. Con i personaggi riuscivo a instaurare un rapporto privilegiato, tanto che spesso erano loro a chiamarmi per qualche scatto o visita. Ricordo che andavo spesso a casa di Marta Marzotto e Silvia Monti, moglie di Carlo De Benedetti. Ogni volta che venivano a Cortina d’Ampezzo, anche ultimamente che erano ospiti del Miramonti Majestic Grand Hotel, Marina e Carlo Ripa di Meana mi chiamavano. Si è sempre instaurato un rapporto vero fatto di fiducia e di rispetto reciproco. Sempre al Miramonti nel 2017 ho fotografato Folco Ruffo di Calabria e due anni fa Mafalda di Savoia.
Poi sono iniziate le mostre...
Sono stata invitata a esporre le mie opere in Italia e all’estero. Mi venne l’idea di accettare, su consiglio anche della scrittrice Milena Milani. Le mie immagini sono andate ovunque, anche in Russia. Ho esposto le mie opere in personali e collettive. Anche quest’estate espongo a Cortina d’Ampezzo, il 22 agosto nell’atelier di Zanettin, con una formula molto in voga in Francia. Tutte le mie immagini sono assemblate in un poster con cornice in legno che riprendono i colori dell’Union de i Ladis d’Anpezo. Un sistema adottato anche da molti personaggi per arredare e abbellire le stanze della proprie case. Cortina d’Ampezzo mi ha folgorato, nel 1956 arrivai per vedere il pattinaggio artistico, da allora vengo in vacanza tutti gli anni perché è proprio una località meravigliosa, dove amo trascorrere momenti unici.
© il Notiziario di Cortina