Bellunese diffusione della lontra
Il 14 gennaio gli agenti della Polizia Provinciale hanno ripreso con le fototrappole una lontra che sguazza nelle acque del torrente Ansiei. Un video di pochi secondi riprende la scena dell’animale mentre passa dai sassi della sponda alla pozza d’acqua, in orario notturno. È la conferma della presenza del mustelide in provincia di Belluno. O meglio, dell’espansione nell’alto Bellunese di questo animale, di cui non si aveva traccia da più di mezzo secolo. A novembre infatti erano stati rinvenuti degli escrementi in Comelico, sulle sponde del torrente Digon. Si era trattato di una segnalazione diagnostica, in quanto le fatte della lontra sono ricoperte di una specie di gel, inequivocabilmente riconducibili a questo solo animale. Le analisi di laboratorio successive avevano confermato che si trattava di lontra europea. Ora le immagini della fototrappola - le prime in assoluto di una lontra in provincia di Belluno - non fanno che certificare la presenza e l’espansione.
«Difficile dirlo dalle immagini della fototrappola, ma con buona probabilità si tratta di una femmina o di un individuo giovane» spiega Michele Cassol, esperto faunista che insieme a Gabriele De Nadai e Luca Lapini ha pubblicato lo studio sul rinvenimento degli escrementi in Comelico, poche settimane fa. «E quasi sicuramente è un altro esemplare rispetto a quello di cui abbiamo certificato la presenza sul torrente Digon. Lo possiamo ipotizzare con un certo grado di sicurezza, perché la distanza tra il fototrappolaggio e le evidenze degli escrementi è di oltre 20 chilometri. Se questa ipotesi sarà confermata, potremo dire che la specie si sta espandendo e colonizzando il territorio». L’ufficio faunistico della Provincia ha installato diverse fototrappole, in tutta la zona dell’Ansiei, del Comelico. «Il monitoraggio continua, ma la scoperta, grazie a un’intuizione del nostro agente Mirco Piccin che ha posizionato nei posti giusti le fototrappole, è già di per sé eccezionale, perché certifica la qualità delle nostre acque e della gestione alieutica» commenta il consigliere provinciale delegato alla gestione faunistica, Franco De Bon. «La cura dell’ambiente passa anche da una corretta integrazione e dalla sinergia dei vari attori sul territorio, compresi pescatori, agricoltori e cacciatori».
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