Milano-Cortina 2026. Incontro Zaia-Giovannini
Olimpiadi invernali in Veneto, un passo avanti. A Roma oggi (martedì 27 luglio) ho incontrato il ministro Enrico Giovannini, insieme al viceministro Alessandro Morelli e al board di Milano - Cortina 2026, per fare il punto sull'andamento della programmazione infrastrutturale in vista delle Olimpiadi invernali.
Abbiamo fatto il punto sulla verifica di quelli che sono i problemi e le criticità che interessano le opere e le infrastrutture sportive di Milano-Cortina 2026 ha affermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dopo l'incontro avuto a Roma con il responsabile del dicastero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile.
Abbiamo affrontato anche il tema del trasporto pubblico locale perché le Olimpiadi del 2026 richiedono anche tutta una serie di connessioni sul territorio, come quello tra gli aeroporti e i Villaggi Olimpici.
Ci siamo lasciati - ha concluso Zaia - con l’obiettivo di presentare al più presto un quadro sinottico complessivo che tenga conto anche delle attività infrastrutturali, dei finanziamenti previsti, delle criticità e di quanto altro riguarda direttamente questa partita, per giungere ad un piano definitivo di azione. Diciamo che il tavolo c’è e, di fatto, con oggi prende quota questo board esecutivo che puntualmente dovrà fare la verifica dello stato di attuazione delle singole attività.
BERTON: “BENE L’INCONTRO ZAIA-GIOVANINNI SULLE OPERE. SIAMO PRONTI A PRESENTARE IL NOSTRO PIANO”
Siamo pronti a mettere a disposizione di Regione e Governo il piano delle infrastrutture che stiamo realizzando insieme alle associazioni degli industriali di Trento e Bolzano con il supporto operativo dell’Università di Padova. La sfida delle Olimpiadi 2026 si vince con il coinvolgimento delle imprese e di tutti gli attori del territorio. Alle Istituzioni chiediamo di essere ascoltati in questo percorso lungo cinque anni ma che deve essere proiettato anche sul lungo periodo, ha affermato, all’indomani dell’incontro del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e coordinatrice del Tavolo nazionale Sport e Grandi Eventi di Confindustria.
Regione Veneto ed Esecutivo hanno avviato un percorso importante: lo stesso presidente Zaia ha annunciato che presto sarà presentato un tavolo sinottico complessivo delle opere, dei finanziamenti e delle criticità. Su questo, come Associazione, ci stiamo muovendo e vogliamo fare la nostra parte, ha detto Berton.
Proprio gli industriali bellunesi con i colleghi di Trento e di Bolzano stanno portando avanti da diversi mesi uno studio volto a definire lo stato attuale e gli scenari pre e post Olimpiadi del sistema delle infrastrutture di trasporto di interesse per le province sulle quali insiste il Patrimonio Unesco. A elaborarlo sono i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale – Icea dell’Università degli Studi di Padova.
È un progetto in tre step, ricorda Berton, che va dalla ricognizione e mappatura dell’esistente alla programmazione futura, guardando a uno sviluppo integrato dei territori alpini e delle loro interconnessioni con la pianura e i Paesi confinanti. Ci sono le infrastrutture viarie ma anche quelle immateriali, altrettanto fondamentali se vogliamo rimanere competitivi.
Nel caso del Bellunese focus specifici sono dedicati ai collegamenti intervallivi, dall’Alto Agordino al Comelico, passando per il Basso Feltrino. E questo in chiave trans-provinciale.
Penso alla viabilità tra Falcade e Moena, ma anche tra la parte bassa della provincia e la Superstrada pedemontana veneta, altro asse strategico per merci e persone, ha rimarcato Berton.
Un capitolo specifico sarà ovviamente dedicato allo sbocco a nord da intendersi come “corridoio multimodale”, aperto alle varie soluzioni stradali, ferroviarie e telematiche. Due gli orizzonti temporali del piano degli industriali: il primo è quello del 2026, anno delle Olimpiadi, il secondo è quello del 2030-2035.
La programmazione si fa sia sul medio che sul lungo periodo e questo è il momento giusto – anche grazie alle risorse del Next Generation Eu – per poter gettare il cuore oltre l’ostacolo e recuperare in parte quel gap infrastrutturale che riguarda la nostra montagna ormai da decenni e tra le cause principali dello spopolamento delle terre alte. Penso infine che il nostro piano possa evitare ulteriori studi e doppioni, ha concluso Berton. Una proposta che parte dal territorio per il territorio, senza campanilismi.
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